Il vino fra San Martino di Tour e Bacco
Prima di arrivare dritti dritti a Natale, amici della sbornia è il vostro momento e, tra il lustro brusco, i tre giorni della festa di San Martino, vi concedono la solita tappa annuale tra le botti per l’assaggio del vino nuovo accompagnato dalle castagne. Naturalmente iniziative a gogò in Puglia come in Francia ed in tutte le località a vocazione vitivinicola, con appuntamenti in piazza per la festa del vino, che trasforma il mosto in questo nettare degli dei che, si dice, concluda la fase di fermentazione nelle botti a novembre, e, dunque, tra l’estate e l’inizio dell’inverno, in cui assume il massimo della bontà.
San Martino di Tours, il patrono di cavalieri e cavalli, dei sarti e dei mendicanti, dei poveri e dei sinistrati, dei fabbricanti di botti e degli ubriachi, degli alcolizzati guariti, e anche dei mariti traditi,soldati, viaggiatori, è soprattutto il protettore del vino, dei bevitori degli osti, albergatori, dei vignaioli e dei vendemmiatori. acclamato e venerato dai sommelier e dagli estimatore di questo liquido multicolor capace di affogare dolori, di amplificare gioie, di saldare alleanze, di ringalluzzire sensi assopiti da lungo e poi, e poi, e poi....
Ma la tradizione gli riconosce un protettorato ben meno nobile che lo vuole a difesa dei cornuti, vista l’attitudine della sorella a sfuggire ai controlli di questo pio fratello e di un marito forse non molto attento, per trovare riparo tra molte braccia mascoline, tanto da costringere il germano a portarla in spalla ovunque, perchè prevenire è sempre stato meglio del curare.
In realtà, il podio aureo di protettore dell’inebriante nettare non spetta di diritto a San Martino, che dovrà accontentarsi, si fa per dire, di condividere lo scettro con un lungo elenco di santi, preposti a tale compito, scelti dalla chiesa nel Medioevo per esorcizzare i pericoli della vita quotidiana, misteriosi e irriconoscibili, presenti in ogni dove, nonché retaggio di un lungo periodo dominato dai pregiudizi e dalle superstizioni. Bacco su tutti, in epoca antichissima a braccetto con tabacco e Venere, per indicare che il bagno in questa liquorosa bevanda porti beneficio in tutti i sensi e tutti davvero. Manco a dirsi, cantine aperte oggi, in molti comuni, un little trip da consumarsi in comitiva, alla ricerca dell’ultimo taglio o bouquet, per questo bagno di folla on the road.
Il leccese in primis, che ha declinato a modo suo questa festa disfacendosi di quanto sgradito nelle cantine ed i ripostigli, vera e propria panacea delle casalinghe alla ricerca delle novità per la casa, senza ricorrere ad altri stratagemmi per irretire mariti dal portafogli irraggiungibile.
Che dire: vino sì, ma senza esagerare! Domani si lavora.
Mimmo Palummieri