venerdì 29 novembre 2024


18/11/2012 08:44:02 - Manduria - Attualità

E’ allestita nella sede dell’associazione culturale “Salentina” e ospita le opere di oggi giovani artisti salentini

 
Otto artisti, otto diverse individualità creative in mostra, per un evento culturale destinato, auspicabilmente, a restituire nuovi stimoli visivi ad occhi abituati da troppo tempo al già noto.
Dal 18 novembre al 2 dicembre, presso i locali dell’Associazione Culturale Salentina, in via Matteo Bianchi 5, si terrà la mostra collettiva “Aspettando Natale”, che vedrà la partecipazione di otto giovani creativi salentini e di un musicista, con la gradita sorpresa di una degustazione che accompagnerà l’evento artistico-musicale.
Prendono parte all’evento Rosanna Baldari, Siberiana, Antonella Musiello, La Gab, Antonella Gualano, Mara De Santis, Salvatore Piccione, Erica Desantis, Luana Leone. La musica che allieta l’evento è di Alberto Perrucci,il vino e i prodotti tipici sono del Forno Doria di Uggiano Montefusco.
Diverse, dunque, sono le esperienze creative che a partire da oggi si confronteranno, pur nel rispetto della loro imprescindibile autonomia d’ispirazione, nella sede dell’Associazione Culturale Salentina, vivace realtà giovanile manduriana che propone al pubblico la vasta gamma di esperienze artistiche e artigianali dei suoi soci. Dio solo sa quanto Manduria abbia bisogno di eventi di questo tipo, che dovrebbero svolgersi a scadenza periodica in una città in cui i talenti pure non mancano: la nostra, infatti, non è solo una realtà che giustamente esibisce le glorie artistiche di un passato più o meno lontano (a volte lontanissimo), ma è anche una realtà in cui pulsa il contemporaneo, in modo più o meno visibile. Il problema è che gli spazi e le occasioni di esibizione per questo fermento artistico sono ridottissimi, per non dire inesistenti, a parte qualche piccola mostra che si riesce a realizzare con la buona volontà dei singoli, in ambienti più o meno di fortuna (tale è, per esempio, il chiostro del Municipio, restaurato solo per metà e del tutto inadatto all’esposizione di opere d’arte).
Da questo punto di vista, l’ultimo evento degno di questo nome resta la mostra Numero Zero, che si realizzò nel Monastero delle Servite diversi anni fa. Ed effettivamente sarebbe ora di ripensare al Monastero delle Servite come al luogo per eccellenza in cui organizzare eventi artistici e culturali tout court.
Ma torniamo alla mostra, provando per un attimo ad entrare nell’universo figurativo dei singoli partecipanti, partendo dalle opere esposte.
Siberiana (Silvana Filograno), creativa originaria di Manduria, si definisce “espressionista istintiva”. Definizione quanto mai pertinente. E’ espressionista, dal momento che la sua pittura predilige l’uso di accostamenti violenti di colori accesi, che spiazza qualsiasi osservatore legato ai passaggi cromatici morbidi e modulati. E’ istintiva perchè, a suo dire, una costante del suo modus operandi è quella di progettare  dal principio i suoi lavori, salvo alla fine stravolgere sempre tutto per lasciare spazio solo ai suoi pensieri e al suo stato d’animo. utta la sua produzione parte dalla fotografia (geniali i suoi “dipinti di luce”) e si dirige verso la pittura e il video. A questo appuntamento partecipa con un acrilico su tela dal titolo: “Fuoco nell’anima. Cenere al corpo” prodotto nel 2011 per una mostra collettiva dal titolo  “I quattro elementi”, svoltasi  presso la chiesa della SS.Croce a Manduria.
Antonella Musiello, giovane scenografa manduriana, partecipa con tre opere. La prima, un olio su tela intitolato “Nettuno” prende spunto da (o meglio, riproduce letteralmente) un sogno: il dio del mare nuota e il colore turchese dei capelli si confonde con le onde, sotto un sole a forma di spirale multicolore. E’ una rappresentazione dell’idea di libertà, dedicata ad una persona cara persa da poco, che si immagina ora librarsi finalmente leggera nell’elemento liquido, libera dai pesanti vincoli terreni. Il soggetto reinterpreta una scultura di Giuliano Vangi. La seconda opera, Danza macabra, realizzata a pastelli su F4, si ispira a un dipinto del 1424 collocato nel cimitero degli Innocenti a Parigi. Al di là del preciso riferimento iconografico, il disegno muove dalla necessità di esorcizzare la morte e tutto ciò che ne consegue. La terza opera, un olio su tela intitolato ”La nave dei folli”, tra spunto dal titolo di un poemetto di Sebastian Brandt che ebbe grande diffusione e fortuna nel Rinascimento. Il dipinto rivela una delle fondamentali fonti di ispirazione della creatività della Musiello, cioè il surreale. Nella fattispecie, i folli sono un‘immagine degli artisti, le cui creazioni sono frutto in qualche modo di una percezione più intensa e, talora, alterata di se stessi e del mondo che li circonda.
Rosanna Baldari, manduriana, partecipa alla rassegna con tre opere, tutte a tecnica mista su tela. Si tratta di un dittico “floreale” figurativo e di un’altra opera, che è invece astratta ed eminentemente “materica”. Le opere sono rappresentative di due fasi della ricerca pittorica della Baldari, che, partita dal figurativo, attraverso una tappa espressionista e un’altra di marca surrealista (che costituisce un significativo aspetto della sua produzione) è approdata di recente all’astrattismo materico, oggetto della sua ricerca attuale. Il dittico floreale è un gaio e affollato “divertissement”figurativo, in cui le corolle e i petali di fiori multicolori si librano come farfalle nell’aria, in cima ai loro steli. Ma è il dipinto astratto materico la vera novità, e, a nostro avviso, uno degli elementi di spicco dell’intera mostra: le gocce di resina, miste a colori ad olio e foglia oro, si impongono prepotentemente sulla tela, facendo da contraltare ad uno sfondo caratterizzato da cromie sapientemente calcolate. Le ultime prove della Baldari, purtroppo non in mostra, si spingono oltre, verso una mescolanza di pittura figurativa di marca surrealista ed elemento materico, in cui quest’ultimo si pone come riza,vera e propria pellicola fisica, pronta a squarciarsi per rivelare l’ulteriore dimensione della pittura sottostante.
Salvatore Piccione, originario di Manduria, usa molteplici tecniche artistiche e differenti materiali, come supporti predilige il legno (compensato) e usa molto i carboncini. Diversissimi i temi iconografici con cui si è confrontato, compresi i soggetti sacri (è stato madonnaro per due anni). Dotato di una buona cultura artigianale, che si è formato da autodidatta, lavora anche la pietra (sue opere sono a Milano e in Germania). Ha partecipato all’ultimo evento artistico di rilievo realizzato a Manduria, cioè la collettiva Numero Zero. E’ un artista che si segnala per il suo grande eclettismo, nei temi e nelle tecniche: non disdegna il fantasy ed è abituato a “giocare” con i più svariati materiali da vero bricoleur; tra le sue molteplici fonti d’ispirazione, ci sono anche le immagini dei giornali, che poi rielabora con grande perizia. Ha realizzato vari trompe l’oeil che decorano case private, ed anche interni ed esterni di locali commerciali, di cui sono state”reinterpretate”, in alcuni casi, perfino le saracinesche. Partecipa alla mostra con una serie di opere, tra cui segnaliamo un ritratto di donna a figura intera (tecnica mista su compensato).
Erica Desantis, originaria di Sava, ama dipingere soprattutto le pietre. Alla “painting stone” si dedica attualmente, non disdegnando però, all’occorrenza, di usare come supporto anche qualsiasi tipo di legno, comunque mai la classica tela. Una delle tecniche predilette è anche quella dei gessetti, cui il supporto ligneo (nella fattispecie il compensato) si adatta in maniera particolare. Partecipa alla mostra con un’opera, dal titolo “Glance” (lett. “sguardo”) che è un’opera “materica”, nata appunto dalla passione per la pittura delle pietre. Il titolo si spiega con i due pesciolini che escono fuori dal corallo, intenti a lanciarsi uno sguardo fuggevole. La sua ricerca con i gessetti tende dichiaratamente verso l’astrazione. L’artista lavora d’istinto e i gessetti le danno la velocità di esecuzione giusta. La Desantis ha inoltre una passione particolare per l’elemento decorativo e per la commistione cromatica:le sue opere sono caratterizzate sempre da tinte accese. Nel lavoro di “painting stone”, si ispira inizialmente alla sagoma della pietra stessa, per poi intervenire creativamente dandogli colore e sostanza d’immagine. Opera prevalentemente nel contesto artistico salentino.
Antonella Gualano è originaria di Torricella. La caratterizza la varietà delle tecniche e dei materiali usati per la pittura: usa fondamentalmente come supporto la tela, ma anche la ceramica, il vetro, il legno. Per quanto riguarda i soggetti rappresentati, predilige l’ambito figurativo. Partecipa alla mostra con due opere. La prima è un olio su tela intolato “Vortice di passione “, raffigurante due ballerini di tango argentino, opera realizzata su commissione e destinata ad arredare un’abitazione privata. La seconda è invece ad olio, acrilico e pennarello su tela, intitolata “Madonna col Bambino”, che è anche l’unico soggetto sacro presente in mostra. Il tema, tradizionale, è interpretato in chiave originalissima. L’artista predilige il lavoro su formati grandi, che le danno la sensazione di essere più libera nell’esecuzione.
Mara De Santis, originaria di Sava, è attratta fondamentalmente dall’elemento grafico, e, sul piano tematico, predilige una mescolanza tra figurativo e astratto. Oggetto della sua ricerca attuale è lo studio dei volti. Dipinge da sempre, ha anche prodotto mosaici in vetro stile Tiffany, lavorando prevalentemente per il mercato locale. Partecipa alla mostra con due opere (di cui una particolarmente suggestiva e di grande formato) incentrate appunto sullo studio dei volti.
Luana Leone, manduriana, ha una vocazione specifica per l’illustrazione: la sua fervida immaginazione partorisce i più impensati e simpatici personaggi. Ben consapevole delle difficoltà che l’ambito specifico dell’illustrazione presenta rispetto alle tradizionali e “accademiche” tecniche artistiche, è decisa però a giocarsi fino in fondo questa carta, dal momento che lavora molto bene sui supporti, per lo più cartacei, di dimensioni ridotte. Le piace disegnare con penne, grafite, e ad acquerello. Dopo un’attenta verifica delle proprie inclinazioni, l’artista ha capito che la sua ricerca non poteva andare in direzione della tradizionale pittura su cavalletto. Ultimamente, tra i motivi ispiratori della sua produzione ci sono anche i sogni, e si è di recente confrontata anche con esperienze di poesia visiva. Partecipa alla mostra con tre opere, precisamente con “Vita di carta” (polimaterico su carta); “Sogno: Il pigiama di mio fratello” (tecnica mista su carta); “Sogno” (tecnica mista su carta).
 
Nicola Morrone










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