«Si può veramente pensare di attribuire alla città di Manduria l’etichetta infamante di città mafiosa sia pure per improvvidi comportamenti di qualche modesto amministratore o malavitoso locale?»
«Onorevole Ministro degli Interni, se dovesse disporre di un fine settimana, si faccia una passeggiata a Manduria, cittadina della provincia di Taranto nella Puglia salentina. Vi troverà le vestigia stratificate dell’antica civiltà messapica, della Magna Grecia, di Roma, del medioevo ed una densa storia politica di partecipazione patriottica dal settecento al novecento.
Avrà modo di ammirare un centro storico tra i più belli del Salento, con il ghetto e la Sinagoga degli ebrei e tanti palazzi di straordinaria fattura prevalentemente settecentesca.
Un giro per le campagne le consentirà di apprezzare i colori delle terre rosse e nere ed i verdi dell’ulivo, della vite, del grano e degli ortaggi. Terre fertili, curate per secoli da mani esperte e laboriose.
Se poi avrà il tempo di scendere verso le marine potrà vedere una delle più singolari zone costiere d’Italia, modellata con dune oloceniche lambite da un mare tra i più trasparenti del mondo. Sito d’interesse comunitario, con colonie di Poseidonie minacciate dal progetto inadeguato di un depuratore che scarica i reflui in mare, senza aperture verso soluzioni migliori e più economiche.
Se poi torna in città non troverà un ospedale o più esattamente lo troverà ridotto ai minimi termini da una politica regionale irrazionale e sorda che ha cancellato interi reparti a causa anche di inefficienti e tardivi interventi dei rappresentanti politici locali.
Troverà discariche R.S.U. prossime al collasso e reti di servizi (fognature, acquedotto, gas) incomplete e costruite in grave ritardo rispetto ad altri comuni per una quanto meno strana gestione politica dell’appalto.
Tutto questo a causa della degenerazione di alcuni politicanti locali di piccolo cabotaggio, già condannati per reati di abuso d’ufficio, corruzione e concussione. Si tratta solo di pochi ladruncoli che ancora riescono a sopravvivere con la pratica dissimulata del voto di scambio cui ormai la popolazione sembra essere rassegnata specie col miraggio del raggiungimento di obiettivi di singoli.
Purtroppo si accorgerà che anche le forze dell’ordine sono per vari motivi in difficoltà nel fronteggiare il dilagare di furti nelle case e nel rassicurare la gente anziana che vive nell’angoscia di essere oggetto di violente incursioni e rapine notturne. Si tratta verosimilmente di prevalente delinquenza comune, che a volte sembra passare per criminalità organizzata.
Ma allora, signor Ministro, si può veramente pensare di attribuire alla città di Manduria l’etichetta infamante di città mafiosa sia pure per improvvidi comportamenti di qualche modesto amministratore o malavitoso locale?
Mi creda signor Ministro, uno scioglimento per infiltrazioni mafiose in questa città sarebbe paradossale. Se ci sono colpevoli paghino loro non Manduria, non noi».
Mario Del Prete
presidente del Circolo FLI di Manduria