Sarà però difficile, oramai, che la Regione cambi idea
Il consigliere regionale Uccio Curto ha rivolto una interpellanza al governato Vendola, all’assessore regionale ai Lavori Pubblici Amati e al presidente del Consiglio Regionale Introna per sollecitare la Regione Puglia a modificare il recapito finale dei reflui trattati dal depuratore consortile.
Facendosi portavoce delle istanze delle comunità del versante orientale della provincia di Taranto, Curto ricorda come il recapito finale scelto è quello dell’area costiera Sic di Specchiarica.
«Non è comprensibile il motivo per cui non è stata individuata una diversa collocazione del recapito finale, con l’eliminazione dello scarico in mare, ai fini di una più opportuna tutela del turismo e dell’habitat costiero» sostiene Curto. «Non è dato conoscere neanche i motivi per i quali non si è ritenuto di dover adottare il criterio della riutilizzazione dei reflui affinati in esubero per la difesa dell’intrusione marina attraverso pozzi sperdenti negli strati superficiali non saturi. Si rende pertanto necessaria una variazione del piano delle acque della Regione Puglia relativa allo scarico nel mare di Specchiarica dei reflui, sia in quanto attualmente inadeguato alla realtà dei territori del versante ionico, sia in quanto contenente elementi fortemente compromissori degli interessi turistici, economici ed ambientali».
Curto si sofferma poi su un ipotesi percorribile: il recapito finale in pozzi sperdenti in zona non satura al di sopra di acque sotterranee salmastre al fine di arginare i processi d’intrusione marina, e, di conseguenza, la costruzione di un sito di stoccaggio in area di cava per il soccorso estivo irriguo sì da evitare il dannoso spreco di reflui depurati.
«La Regione Puglia che propria la tesi in virtù della quale, “per legge”, non è possibile lo scarico su suolo in quanto necessiterebbe una specifica deroga da parte del Ministero dell’Ambiente. Io ritengo sia possibile la concessione della deroga anche in relazione ai vantaggi ambientali derivanti dalla eliminazione dello scarico in mare e del recapito finale dei reflui depurati in pozzi sperdenti negli strati superficiali insaturi del sottosuolo, al fine di arginare i processi di contaminazione salina della falda principale. Tale tesi» sostiene il sen. Curto, «è peraltro condivisa dal Servizio Tutela delle Acque della Regione Puglia con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dell’intrusione salina negli acquiferi. Perché, allora, la Regione Puglia non modifica la propria valutazione, anche in ragione dei grandi vantaggi ambientali collegati al contenimento dei processi d’intrusione salina in atto, che, come è noto, stanno determinando l’arretramento dell’isoalina 3 g/l ad oltre 1 Km dalla costa».