I produttori non ricavano più di 16 euro al quintale…
Prezzo ancora in flessione per le ottime olive del versante orientale della provincia di Taranto. Il mercato continua a penalizzare gli imprenditori agricoli e a rendere sempre meno remunerativa la produzione delle olive.
«Nelle prime fasi della raccolta di quest’anno, un quintale di olive ci veniva pagato 18 euro» racconta un operatore agricolo della zona, una delle aree pugliesi che maggiormente si caratterizzano per l’elevata produzione di olive. «Vi è stato un periodo in cui si riuscivano a conferire le olive anche 20 euro. Poi, gradualmente, il prezzo è sceso: è ritornato a 18 euro, ha toccato quindi quota 17 euro, sino ai 16 euro a quintale degli ultimi giorni. Eppure quest’anno la produzione italiana è ottimale sia per qualità che per quantità. Al contrario delle altre nazioni concorrenti, come Spagna e Grecia, la cui produzione è stata seriamente danneggiata dalla siccità e dalla lebbra dell’ulivo».
Con appena 16 euro a quintale, la produzione di olive diventa, per i più, non remunerativa. Soprattutto per coloro che sostengono spese di manodopera per la raccolta.
«La maggior parte delle imprese agricole dispongono di piccoli fazzoletti di superficie agricola» ci fa presente un operatore del settore. «Volendo fare un esempio concreto, un’azienda di cinque ettari di uliveti potrebbe produrre non più di 300 quintali di olive. Col prezzo di oggi (inferiore a 18 euro a quintale), potrebbe introitare da 4.500 a 5.000 euro. Con questa somma dovrebbe ammortizzare tutti i costi delle lavorazioni di tutto un anno, il personale necessario per la raccolta delle olive e le spese di carburante. In altre parole, l’impresa avrebbe un utile che si aggirerebbe sui 2.000 euro. Ma un’azienda potrebbe continuare a restare attiva con appena 2.000 euro di utili all’anno? Solo le piccole aziende a conduzione familiare, che non sopportano pertanto spese per il personale, hanno la possibilità di continuare a produrre olive. E comunque occorre un grande amore per gli ulivi e una grande passione per la loro coltivazione, che, di solito, viene trasmessa di generazione in generazione».
Non sono pochi coloro che decidono di abbandonare l’agricoltura. Aumentano le superfici agricole abbandonate. Oppure si opta, sempre più, per il fotovoltaico, che, garantendo un’entrata certa (e non legata ai capricci delle meteorologia), alletta di più i proprietari terrieri. Penalizzando una produzione, quella delle olive, che è sempre stata (insieme a quella delle uve da vino) un vanto del versante orientale della provincia.