L’intervento di ArcheoClub
«I tre progetti per la costruzione di ben 63 torri eoliche nel nostro territorio costituiscono un gravissimo attacco al nostro patrimonio paesaggistico, storico e archeologico».
Anche la sezione di Manduria di Archeoclub prende posizione sui tre progetti per i quali è stata richiesta la Valutazione di Impatto Ambientale.
«Di queste 63 torri, 35 verranno posizionate a nord e a sud della via per Lecce, in prossimità di altre previste e in corso di installazione (circa 100!) nel territorio di Erchie» fa notare Sergio De Cillis, presidente di Archeoclub. «Le altre 28 torri sono previste tra via per S. Pietro in Bevagna e via per Avetrana. Ricordo che il comune di Manduria conserva ancora un paesaggio agricolo di notevole interesse e potenzialità. Si vadano a vedere le guide turistiche o le pubblicazioni sui paesaggi italiani per rendersi conto del perché i forestieri rimangono affascinati dalle distese di vigneti alternati ad uliveti secolari e a macchia mediterranea del nostro territorio. Si tratta ora non solo di preservare il nostro patrimonio naturalistico, ma soprattutto il risultato del lavoro sui campi di tante generazioni, dal Neolitico ai nostri giorni.
Le torri eoliche previste ad est di via per S. Pietro andrebbero a distruggere uno dei territori da più tempo antropizzati della nostra regione, disseminato di antiche carrarecce, stradine interpoderali, masserie, resti di villaggi preistorici, insediamenti messapici (il più importante è il sito di “Castelli”), ellenistico-romani e medievali, specchie, muretti a secco, trulli, pozzi, cisterne e depositi. Numerosi documenti, nell’archivio della nostra biblioteca e in quello della Soprintendenza elencano solo alcuni dei “tesori” ritrovati in tali zone ed ora depositati in collezioni pubbliche e private. Per non parlare degli scavi clandestini: la Soprintendenza archeologica ed alcune università, nei decenni scorsi, hanno rilevato, a seguito di limitati saggi di scavo, sulla collina di Castelli e sulla pianura circostante, numerose tombe, da quelle messapiche a quelle medievali, resti di fattorie, terme e cisterne romane, tre circuiti di mura di fortificazione (ancora in situ), pavimenti e muri di vari edifici risalenti al periodo messapico e romano. Questo delicato e prezioso intreccio di trame storiche rischia ora di essere lacerato dall’innesto di una selva di torri eoliche».
Cosa fare, dunque, per opporsi al nuovo scempio?
«Entro i primi giorni del nuovo anno tutti i portatori d’interesse, in primis le associazioni, possono presentare le proprie osservazioni su tali progetti all’Ufficio V.I.A. della Regione Puglia. «L’Archeoclub, che si affretterà a presentare le proprie, invita tutti i cittadini a partecipare a tutte le iniziative finalizzate al controllo e alla tutela del nostro territorio».