Se nel tempo si fosse seguita una saggia politica di tutela, attraverso l’apposizione di opportuni vincoli in alcune parti del territorio comunale, per il loro pregio archeologico o paesaggistico o colturale, non ci ritroveremmo così inermi di fronte ad interventi»
«Il timore di veder sorgere intorno alla nostra città una selva di torri eoliche ha provocato la reazione, oltre che delle associazioni ambientaliste e culturali (sempre in prima linea in questo genere di vicende), anche di numerosi gruppi di cittadini e imprenditori, soprattutto del settore agricolo, agrituristico ed enologico, affiancati dalle loro associazioni, che hanno visto minacciati da vicino i risultati di decenni di impegno e sacrificio, dedicati al decollo di un prodotto di qualità, indissolubilmente legato all’immagine complessiva del territorio di cui è espressione. Noi Verdi, che per primi abbiamo dato l’allarme, provocando questa mobilitazione, siamo ben consapevoli che non sarà facile opporsi a questa invasione di torri eoliche che sta trasformando le nostre campagne in vere e proprie aree industriali, stante la farragine legislativa che ha sin qui caratterizzato il settore delle fonti rinnovabili di energia, unita ad una certa connivenza verso i “poteri forti”( questi impianti sono considerati di pubblica utilità, quando di pubblico hanno ben poco), lasciando mano libera alle manovre speculative di investitori il più delle volte difficilmente individuabili. La Puglia , da sola, ha conseguito il tetto minimo di energia derivante dall’eolico assegnato dall’Unione europea per l’intero Paese, ma richieste per la realizzazione di nuovi impianti continuano a pervenire, attratte probabilmente dalle basse quotazioni dei nostri suoli agricoli.
Bisogna dare atto che la Regione Puglia ha recentemente adottato una serie di provvedimenti atti a regolamentare , nei limiti della legislazione nazionale e comunitaria, la materia, tentando di arginare una pressione sul territorio pugliese ormai divenuta insostenibile. Tra questi, le linee guida per l’individuazione di siti inidonei e per la valutazione degli impatti cumulativi, cui il Comune di Manduria sta facendo riferimento, nel formulare il suo parere negativo, nell’ambito della procedura di V.I.A.
Il grande impatto, anche mediatico, che questa vicenda sta avendo è forse anche determinato dal fatto che il danno è immediatamente percepibile dal punto di vista visivo per il gigantismo delle sue proporzioni ( centinaia di torri alte 150 metri), rispetto ad altre situazioni di rischio ambientale, meno ”scenografiche”, ma non meno pericolose. Ma, soprattutto, ciò di cui tutti dovremmo divenire consapevoli è che l’attenzione all’ambiente deve esercitarsi in maniera costante e preventiva, non solo quando la minaccia incombe, dotandosi per tempo di adeguati strumenti di difesa; ciò che infatti risulta evidente è che se nel tempo si fosse seguita una saggia politica di tutela ( come in altre zone si è fatto), attraverso l’apposizione di opportuni vincoli in alcune parti del territorio comunale, per il loro pregio archeologico o paesaggistico o colturale ( certo senza imposizioni assurde e con il coinvolgimento degli interessati), non ci ritroveremmo così inermi di fronte ad interventi, che sotto l’etichetta della pubblica utilità, riescono a vanificare la volontà di intere popolazioni».
Esecutivo cittadino dei Verdi di Manduria