Richiesto un intervento immediato presso il Ministero per manifestare la ferma volontà della Provincia di Taranto di opporsi a questo ennesimo attacco speculativo portato dalla Shell al suo territorio
«Come da noi Verdi ricordato in varie occasioni (ultima in ordine di tempo l’audizione presso la Quinta Commissione consiliare della Regione Puglia del 9 gennaio u.s., alla presenza degli Assessori regionali Capone e Nicastro) giace presso il Ministero all’Ambiente l’ennesima richiesta di autorizzazione ad effettuare ricerche nei fondali dello Ionio, per verificare la presenza di idrocarburi, società proponente la Shell. I termini per presentare osservazioni in merito scadono il 21 gennaio p.v.. Si tratta dell’ennesimo attacco all’integrità dei mari pugliesi da parte di compagnie petrolifere: qualora la richiesta della Shell dovesse essere accolta, il quadro sarebbe completo e tutte le coste pugliesi dal Gargano sino al Golfo di Taranto sarebbero in pericolo.
Richiamiamo la sua attenzione sui seguenti aspetti del problema, di cui , siamo certi Ella è già pienamente avvertito.
1. Il Mediterraneo, chiuso e privo di forti correnti, non è immune dall’inquinamento da idrocarburi: le attività estrattive ed esplorative già ora immettono in esso 300.000 mila tonnellate di petrolio. Quello che eventualmente si nasconde nei suoi abissi è scarso e di cattiva qualità, per cui richiede procedimenti di raffinazione lunghi e altamente inquinanti. Come mai le Compagnie petrolifere lo cercano? Perché le “royalties” che pagherebbero per lo sfruttamento dei giacimenti sono le più basse del mondo.
2. Alcun tecniche utilizzate per le ricerche, come “l’air-gun”, provocano danni non ancora esattamente quantificati alla fauna marina, ma è provato che causano una diminuzione del pescato fino al 70%: per questo le marinerie di Gallipoli e Porto Cesareo sono già in allarme. Esso inoltre annulla le capacità di orientamento dei mammiferi marini: sono in molti a ritenere che il fenomeno dello spiaggiamento di delfini e specie affini sulle nostre coste sia provocato da tale tecnica di indagine.
3. Le attività esplorative ed estrattive tramite trivellazione possono provocare degli eventi sismici localizzati e la subsidenza delle coste, cioè un abbassamento delle stesse sul livello del mare. Che questo pericolo sia reale, lo dimostra il fatto che ogni tipo di ricerca è stato vietato nel Golfo e nella laguna di Venezia, considerati siti sensibili, grazie all’iniziativa di parlamentari della Lega.
4. Non un posto di lavoro viene creato “in loco” da questo tipo di attività, ma al contrario vengono danneggiate seriamente la pesca e le attività turistico-balneari che, in tempi di crisi come questo, sono pur sempre una boccata di ossigeno per le economie locali.
5. Non è quantificabile, infine, il danno che sarebbe arrecato al nostro territorio da un qualsivoglia incidente che provocasse lo sversamento di idrocarburi in mare, incidente che potrebbe assumere le dimensioni di un vero e proprio disastro ambientale, come purtroppo abbiamo potuto osservare nel recente passato.
6. Risulta che la stessa Giunta Regionale abbia autorizzato numerose compagnie petrolifere ad effettuare ricerche su gran parte del territorio pugliese, tra cui una vasta zona, denominata “Manduria”, ma che coinvolge numerosi comuni per migliaia di chilometri quadrati, tra la provincia di Taranto e quella di Brindisi. Se così fosse, non solo l’ambiente, ma anche le attività agricole e turistiche, che tanto faticosamente imprenditori coraggiosi stanno tentando di far decollare, sarebbero compromessi per sempre.
Per queste ed altre considerazioni, Le chiediamo:
· di intervenire con forza, nell’immediato, presso il Ministero per manifestare la ferma volontà della Provincia di Taranto di opporsi a questo ennesimo attacco speculativo portato dalla Shell al suo territorio;
· a tal fine, di valutare l’opportunità di coordinarsi con il competente Assessorato dell’Amministrazione Provinciale di Lecce, che, a quanto risulta, sta già deliberando in proposito;
· di far compiere ai suoi Uffici una ricognizione sul numero esatto di autorizzazioni già concesse o in corso di valutazione per ricerche petrolifere sul territorio e in mare, sia da parte del competente Ministero che dalla Giunta Regionale;
· di studiare e porre in atto tutti i possibili strumenti che la legge consente per difendere il territorio provinciale dalla distruzione;
· di intraprendere ogni iniziativa politica atta a scongiurare tale pericolo.
Certi della Sua sensibilità nei confronti delle problematiche sin qui evidenziate, nonché del suo fattivo impegno, cordialmente La salutiamo».
Esecutivo cittadino del Partito dei Verdi