Ecco gli interventi di Alfonso Cavallo e di Aldo De Sario
“Quando ancora è aperta e viva la ferita causata dall’ILVA, il territorio di Taranto vive l’ennesimo paradosso ambientale. Le energie alternative e rinnovabili avrebbero dovuto tutelare e valorizzare le risorse naturali, il paesaggio ed il territorio, piuttosto che deturparlo come, nei fatti, rischia di avvenire. Le foreste di pali eolici, i cosiddetti ‘parchi’, andrebbero banditi da ogni area della regione, figuriamoci dove la distintività è data proprio dall’altissimo valore elle produzioni agroalimentari e dalla bellezza del paesaggio”. Torna sulla questione ‘eolico a Manduria’ il Presidente della Coldiretti di Taranto, Alfonso Cavallo, denunciando l’atteggiamento di quelle amministrazioni, soprattutto le più piccole che “allettate dall’opportunità di incrementare le entrate di bilancio – continua Cavallo - sono semplicemente chiamate a definire le aree dove non possono essere installate le torri eoliche, dando per assunto che su tutto il territorio comunale sia ammesso il proliferare di eliche e pali di acciaio superiori ai 100/150 metri di altezza.
Nel 2011 sono stati 5.758 i MW eolici installati in 374 Comuni italiani e quelli con il più alto numero di MW installati si concentrano proprio in Puglia.
“Non avremmo mai ipotizzato – incalza il Direttore della Coldiretti di Taranto, Aldo De Sario – che la Puglia nutrisse l’ambizione di risolvere da sola il deficit nazionale nel settore delle rinnovabili. Esistono già casi emblematici in cui lo scempio perpetrato o che si appresta ad esserlo è di tale rilevanza e gravità da modificare in maniera radicale e sconcertante il contesto ambientale, minando i valori più specifici del paesaggio antico, rurale e naturale. Se dovessero essere autorizzate tutte le proposte di impianti presentate, l’immagine stessa dei prodotti tipici di qualità sarebbe inevitabilmente danneggiata dall’impatto ambientale negativo degli impianti eolici sul territorio, al punto che non risulterebbero più appetibili e ricollegabili alla bellezza e alla naturalità dei luoghi di origine”.
Tra l’altro, l'impatto ambientale delle centrali eoliche non è solo quello paesaggistico, proiettato a molti chilometri di distanza, in particolare quando le torri eoliche vengono collocate sui crinali, ma è, anche e anzitutto, un impatto ambientale diretto, a carico del territorio naturale immediatamente costretto a subire i profondi scassi e le alterazioni inevitabilmente connessi all'installazione degli apparati di dimensioni straordinarie.