Ai fondatori si aggiungono Danilo Dinoi, Giuseppina Paglia, Mauro Agnusdei, Cosimo Dimitri, Rossella Moscogiuri, Carmela Brunetti, Antonio Morleo, Angelo Brunetti
Ecco il testo completo:
«Forze nuove in grado di restituire speranza ad una città che soffre le conseguenze di una politica pluridecennale rissosa e inconcludente, che vogliano condividere i quattro semplici principi contenuti nel Manifesto Pro Manduria, elaborato e sottoscritto da sette fra operatori culturali, professionisti o semplici cittadini.
Non è un partito, né un movimento politico, ma una semplice associazione che, preso atto della sfiducia al massimo livello dei manduriani (“ripetutamente traditi dai partiti”), cerca di coagulare tutta quella gente che, stanca di una situazione di stallo generale, vuole impegnarsi in un reale processo di rinnovamento.
Ecco il testo completo.
Nel contesto della crisi nazionale, Manduria oggi patisce una particolare condizione di difficoltà che va al di là della crisi economica, finanziaria e di valori che ha coinvolto il paese.
Essa infatti, soffre le conseguenze di una politica pluridecennale rissosa e inconcludente che ha portato all’esaurimento i settori produttivi dell’agricoltura, del turismo e dei beni culturali, ed ha creato problemi che, negli anni, si sono sommati a quelli precedentemente rimasti irrisolti.
Il risultato di un quadro così avvilente è che oggi la sfiducia dei Manduriani è al massimo livello, col rischio che, mancando la speranza che le cose possano migliorare in futuro, alle prossime consultazioni amministrative si riproponga più che mai il fenomeno dell’astensione.
E’ un fatto che la città, ripetutamente tradita dai partiti, in questi ultimi mesi ha reagito con la formazione di diversi gruppi politico-culturali e di vari comitati civici, sorti per affrontare problemi gravi come quello delle antenne, della regionale 8, dell’ospedale, del depuratore con scarico a mare, che la politica non ha saputo risolvere.
Tutte queste formazioni denotano la totale sfiducia per quasi tutti i partiti tradizionali, oggi oggetto di una durissima critica, anche se il sistema dei partiti non va demonizzato. Partiti che, ovviamente, tentano di rimettersi in gioco per le prossime scadenze elettorali, ma avendo dimostrato di essere incapaci di un radicale rinnovamento, hanno solo continuato ad alimentare la sfiducia.
La speranza di cambiamento sembra, perciò, affidata ai gruppi di recente formazione sorti nella città. Essi hanno, almeno negli intenti, un obiettivo comune che ha bisogno di concretizzarsi in una intesa strategica e programmatica, che preveda la presentazione, nella prossima tornata elettorale, di più liste collegate ad un unico candidato sindaco, per il semplice fatto che è l’unione che fa la forza.
Tuttavia, sia nel caso che i diversi gruppi civici maturino una proposta comune, sia nel caso dei partiti, la possibilità di riuscire a mettere in campo persone che ridiano speranza alla città, dipende, riteniamo, in buona parte dalla condivisione di alcuni principi, che possono essere:
1 la necessità che le persone impegnate in politica diano dimostrazione di voler perseguire in maniera prioritaria ed esclusiva il bene della città, ponendo in secondo piano gli orientamenti personali o del partito di appartenenza.
2 La necessità di convenire che le liste, formate da uomini e donne in proporzione paritaria, non solo non devono inserire persone che abbiano subito una condanna penale, ma neppure persone inquisite, né candidati che abbiano già svolto due legislature come consiglieri comunali.
3 La necessità di convenire che i consiglieri comunali, eletti per rappresentare gli interessi della comunità, non possono essere nominati assessori.
Gli assessori, così come la legge prevede, devono essere scelti dal sindaco, che li chiama come suoi collaboratori, competenti dello specifico settore loro affidato, al fine di realizzare il programma di governo della città.
A garanzia della massima trasparenza, il candidato sindaco indica la squadra degli assessori prima delle elezioni.
4 Il candidato sindaco non dovrà essere necessariamente espressione di un partito o di un gruppo civico; la sua candidatura potrà scaturire piuttosto da primarie aperte a tutti coloro che condividono un programma e si vogliono candidare per realizzarlo.
Una volta che i gruppi civici o i partiti avranno discusso e condiviso i predetti principi, allora si potrà passare alla stesura e condivisione del programma da realizzare nel corso della legislatura.
Nella convinzione che prima o poi i partiti saranno indotti a rinnovarsi se non vorranno sparire dalla scena pubblica, come già avvenuto vent'anni fa, questo manifesto si rivolge a tutta la cittadinanza al fine di registrare quanti Manduriani, a prescindere dalle loro simpatie per questo o quel partito, questo o quel movimento, condividano i principi indicati, come presupposto per un modo diverso e proficuo di governare la città.
Chi condivide il presente manifesto, può darne comunicazione per iscritto all'indirizzo: Manifesto pro Manduria, via E. Loi n.51, oppure all'indirizzo di posta elettronica: manifestopromanduria@gmail.com, oppure nel commento al manifesto, ove consentito dal giornale locale in cui viene pubblicato.
Dopo la comunicazione di condivisione, il nominativo sarà aggiunto in calce al manifesto, affinché si abbia l'esito aggiornato dell'opinione dei concittadini.
Il presente manifesto è stato condiviso ed è presentato da:
Pietro Brunetti Giuseppe Galiano Caterina Arnò Francesco Selvaggi Giuseppe Dimonopoli Antonio Dimitri Pasquale Barbieri»