La protesta di Archeoclub
Non sono solo 63 gli aerogeneratori che sono stati progettati per il territorio di Manduria. Così come non sono solo 3 i progetti presentati. Secondo la sezione di Manduria di Archeoclub, infatti, le pale eoliche, alte più di 150 metri, sarebbero più di 100 e i progetti, inizialmente 3, sarebbero complessivamente 7.
A rendere nota questa novità è il presidente di Archeoclub di Manduria, Sergio De Cillis, che fa riferimento agli esiti di un incontro con alcuni dirigenti regionali.
«Inizialmente si sapeva che le torri eoliche progettate sul territorio di Manduria erano più di 100. A seguito di un incontro con la Regione Puglia, è emerso l’elenco, forse incompleto, di 7 progetti, tra cui i 3 progetti iniziali di cui si è già parlato, che prevedevano 63 aerogeneratori» afferma De Cillis, che poi ricorda l’impegno dell’associazione che rappresenta per evitare questo scempio, che comprometterebbe la vocazione enoturistica della zona. «Relativamente ai primi 3 progetti, a seguito della pubblicazione necessaria per ottenere la VIA e quindi l’autorizzazione regionale, l’Archeoclub di Manduria, il 31 dicembre scorso, è stata la prima ad inviare le proprie osservazioni alla Regione e alle due Soprintendenze, esprimendo la propria contrarietà per il numero elevato delle torri, a cui si sommano le numerose, in corso di installazione, nei comuni di Erchie ed Avetrana, a ridosso del confine con il territorio di Manduria».
De Cillis ribadisce le ragioni di questa opposizione.
«Diciamo no a tali interventi in quanto essi vanno a danneggiare il nostro paesaggio.
A molti sembrerà strano parlare di paesaggio come risorsa da tutelare per lo sviluppo turistico e come patrimonio da conservare per le future generazioni. Bene, invito costoro a documentarsi su come altre comunità hanno fatto del loro paesaggio una risorsa altamente produttiva. Infatti molti turisti cercano le montagne, i boschi, ecc. Qui possiamo offrire le distese di vigneti, di uliveti, di macchia mediterranea, con le opere che l’uomo ha costruito in tanti secoli, con notevole fatica, che sono documenti di storia contadina. Alludo alle numerose masserie, alle fortificazioni, alle casine di campagna, ai trulli, ai muretti a secco, ai numerosissimi sistematici insediamenti archeologici che vanno dal Neolitico al Medioevo.
Noi dell’Archeoclub abbiamo fornito al commissario prefettizio una prima planimetria in cui si visualizzano le prime 63 torri eoliche con le masserie e i siti archeologici. Altre planimetrie sono in corso di elaborazione, in cui stiamo visualizzando i vigneti, gli uliveti e le zone di interesse paesaggistico da tutelare.
Stesso materiale è stato fornito alla Soprintendenza archeologica della Puglia e alla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici della Puglia. Tanto per supportare sia le loro osservazioni sui progetti in corso e sia per arrivare a vincolare per il futuro il nostro territorio come difesa dagli attacchi in corso (vedi anche superstrada regionale 8, discariche varie, ecc.). Malgrado tutte le varie proteste, tutte le leggi sono a favore di tali installazioni. Per cui i politici, a parte le belle parole, e i funzionari sono tenuti ad approvare tali progetti. Solo i pareri contrari delle Soprintendenze, in sede di conferenze di servizi, possono essere vincolanti in quanto queste, organi dello Stato, sono demandate alla tutela di tali patrimoni.
Ricordo, infine, che alla nostra comunità e al Comune non vi è alcun ritorno economico e/o occupazionale. Solo danni. Oltre a quello al paesaggio vi sono i seguenti altri danni: distruzione di alberi e di muretti a secco per il passaggio di autotreni e di gru e per costruire enormi piazzali di sosta e manovra; riduzione dei valori dei terreni e degli immobili agricoli; rumore come barriera contro il passaggio degli uccelli, disturbo alla naturale impollinazione».