venerdì 29 novembre 2024


11/03/2013 09:53:26 - Manduria - Attualità

«La gente ha il diritto di essere ascoltata. Il mondo politico non può continuare ad ignorare le istanze che provengono dalla base. Il voto di protesta espresso nelle ultime elezioni dovrebbe essere da lezione»

 
Nel convegno di sabato in Fiera hanno trovato spazio anche i rappresentanti delle associazioni di categoria. Determinazione nella lotta contro lo scarico a mare del depuratore e rabbia per la mancanza di sensibilità di alcuni politici sono gli stati d’animo emersi dall’intervento di Leonardo Giangrande, presidente provinciale di Confcommercio.
«Devo dare atto al consigliere Pentassaglia di non essersi mai tirato indietro in nessun confronto» è stata la premessa di Giangrande. «Ma così non posso dire dell’assessore regionale Amati, dal quale, negli ultimi anni, io ho ascoltato solo chiacchiere, e dal governatore Vendola, che continua ad evitare il confronto con la gente. La classe politica deve assumersi la responsabilità di costruire un futuro per le nuove generazioni. Venuto meno il modello di sviluppo industriale, occorre ripartire dal territorio: dallo sviluppo del turismo e dell’agricoltura in primis. Ma, scaricando in mare le acque del depuratore, tarpiamo le ali ad ogni possibilità di crescita di un’intera zona».
Concetti poi ripresi e sostenuti anche da Alfonso Cavallo, presidente provinciale della Coldiretti.
«Respingiamo le scelte scellerate che si intendono imporre in questo territorio» ha affermato Cavallo. «Quell’acqua può essere riutilizzata in agricoltura, uno dei pochi settori che presenta dati positivi: +3% in termini di Pil, + 15% in termini di crescita dell’occupazione. Questo territorio, grazie a imprenditori lungimiranti, ha espresso il miglior vino d’Italia: il Primitivo di Manduria. Si guardi, allora, con maggiore attenzione all’agricoltura e si intervenga al più presto per definire la situazione dell’Arneo, un ente sin qui parassitario, che ha prodotto solo 400 milioni di euro e nessun servizio».
Interessante anche l’intervento di Vincenzo Leo, presidente dell’associazione che raggruppa i gestori degli stabilimenti balneari della provincia di Taranto.
«Vivo in prima persona la drammatica esperienza di Lizzano: nelle ore più calde l’acqua del mare cambia colore e diventa marrone» ha ricordato Leo. «Eppure tendono a tranquillizzarci, nonostante i risultati delle analisi sono preoccupanti. Come si può pensare di investire nel turismo, se poi la bellezza delle spiagge viene vanificata con gli scarichi a mare dei depuratori?».










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