venerdì 29 novembre 2024


13/03/2013 19:33:36 - Manduria - Attualità

Il presidente di Confcommercio favorevole anche per l’istituzione di un ticket d’entrata, magari simbolico

 
«Serve un Ente Fiera che lavori, per tutto l’anno, alla riuscita della manifestazione, anche se ci rendiamo conto che senza strutture permanenti non è facile poter rilanciare la rassegna».
Dario Daggiano, presidente della sezione di Manduria di Confcommercio, esprime il proprio parere sulla secolare fiera marzolina.
«In più circostanze, nel passato, abbiamo avanzato dei suggerimenti alle varie Amministrazioni che si sono susseguite» afferma Daggiano. «Noi abbiamo un’idea completamente diversa della fiera. La superficie coperta può andare bene, ma forse gli espositori sono troppi. E’ importante compiere una selezione. Faccio un esempio. La presenza di un rivenditore di salumi dell’Irpinia può fare … colore, ma non aggiunge nulla in fatto di qualità alla rassegna. Vi sono, poi, due categorie di espositori: quelli che fanno promozione (e che diminuiscono anno dopo anno) e quelli che fanno business (che invece sono sempre interessati, in quanto ottengono un ritorno immediato). Bisognerebbe puntare sulla promozione del territorio e dei prodotti tipici. La gente, anche quest’anno, continua a manifestare interesse e gradimento verso tutte quelle iniziative fieristiche in cui si parla di prodotti tipici. Gal, Confcommercio e Consorzio di Tutela hanno proposto, anche quest’anno, il laboratorio del gusto. Pur non essendo pubblicizzate in nessun programma, le iniziative del laboratorio del gusto hanno sempre registrato il tutto esaurito e posti in piedi. Sono stati promossi i vini della zona, ma poi non c’era la possibilità di acquistare le bottiglie, in quanto mancavano quasi tutti i produttori di Manduria e del circondario».
Poco pubblico, invece, per i convegni che si sono svolti nel padiglione. E non certamente per le scelte infelici dei temi trattati.
«E’ emblematico quanto accaduto lunedì sera. Nel laboratorio dei gusto si registrava tantissima affluenza di gente per una iniziativa in cui si discuteva su prodotti tipici e territorio. Nel padiglione dei convegni, ovvero a poche decine di metri, era in programma, nella stessa ora, un dibattito sul rilancio e sulla valorizzazione dei beni ambientali e su quelli archeologici. Questa seconda iniziativa è stata seguita da una quindicina di addetti ai lavori. Il motivo? Credo che il padiglione dei convegni non possa più essere slegato dal percorso che viene seguito dai visitatori. A volte la gente passa, ascolta l’argomento e si ferma».
In attesa di capire se e quando saranno realizzate le strutture permanenti (se ne è discusso per un ventennio, sono stati presentati i plastici, sono iniziati i lavori, poi subito sospesi, e ora non se ne parla più), Daggiano tocca un altro tasto delicato che riguarda la Fiera.
«A nostro avviso l’ingresso va reso a pagamento. Magari stabilendo una cifra simbolica, ad esempio un euro. Ciò che accade nella giornata domenicale dovrebbe far riflettere. Arrivano migliaia di turisti ogni ora, ma, da quanto mi dicono alcuni espositori, non si riesce a vendere perché è pressoché impossibile che il visitatore riesca a fermarsi nei momenti di maggiore calca. Meglio, allora, selezionare i clienti e investire l’introito nella crescita della Fiera».










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