L’ex primario di Pediatria contesta la decisione della Regione
«La decisione insensata di chiudere il reparto di Pediatria del “Giannuzzi” ha il sapore quasi di una vendetta politica: uno schiaffo agli utenti dell’arco orientale, che appaiono disorientati politicamente e che non riescono ad esprimere un rappresentante proprio, per ribellarsi e far valere i propri diritti».
Il dott. Aldo Cosma, per oltre quarant’anni operatore medico del “Giannuzzi” e a lungo primario del reparto di “Pediatria”, scende in campo per contestare la decisione della Regione di tagliare questo servizio. Una sorta di colpo di spugna, ovvero, a quanto, nei decenni il medico aveva saputo costruire: convegni con frequenza annuale, screenings nelle scuole e nella popolazione di malattie genetiche (in collaborazione con il prof. Gerard Delille, studiando il “Libro Magno”) con risultati d’importanza internazionale presentati anche in Giappone.
«Non voglio entrare nel merito delle scelte regionali per la revisione della spesa sanitaria: sono d’accordo che non si può avere un ospedale sotto casa» è la premessa del dott. Cosma. «Ma vorrei chiedere alla Regione come può far mancare un servizio primario come la Pediatria alla popolazione del bacino di utenza, composto da circa 90.000-100.000 persone.
Tra l’altro non c’è neppure coerenza tra l’indice di utilizzo, che a me consta superiore al 70 %. Indice che può essere anche inferiore qualora criteri logistici lo richiedano (è il caso dell’ospedale di Scorrano).
Sindacati, economisti, dirigenti sanitari di rilievo hanno sempre affermato che i servizi si erogano in base alle caratteristiche del territorio e al numero degli abitanti, non con piani politici di parte e con scriteriate chiusure a favore di qualcuno e a danno di altri.
Strategicamente i siti sanitari sono stati individuati nelle località di Martina, Manduria, Castellaneta, a meno che non si costruiscano altri nosocomi a distanze adeguate.
Come pensa la Regione di affrontare e risolvere la questione delle urgenze-emergenze in campo ostetrico-pediatrico, con servizi carenti o assenti e a distanza di 40-50 km dal Punto Nascita o da un qualche presidio sanitario pediatrico? Non ci risulta che la Regione abbia istituito un servizio di guardia pediatrica sul territorio 24 ore su 24 o, meglio ancora, un servizio di eli-trasporto efficiente, dal momento che le distanze del bacino di utenza orientale sono tali che con un servizio di ambulanze datate e con collegamenti stradali inadeguati, il trasporto potrebbe risultare fatale.
Cosa guadagna la Regione “piazzando” il Punto Nascita, magari con qualche servizio pediatrico di base, a Grottaglie? Solo disagio alle popolazioni del bacino orientale!».
Cosma invita la popolazione alla mobilitazione.
«Occorre creare un movimento valido, come avvenne con la centrale nucleare, che possa dare voce e dignità a questi cittadini classificati di serie B, dal momento che tutti i politici regionali che si sono susseguiti in questi ultimi anni si sono mostrati generosi solo nell’elargire centrali nucleari e impropri scarichi a mare deleteri per l’eco-sistema.
Preghiamo pertanto i vertici regionali che facciano, come si suol dire, un passo indietro e rivedano la situazione sanitaria dei luoghi, riqualificando l’offerta sanitaria per i cittadini, fornendo loro i mezzi assistenziali adeguati».