Sinora spesi solo il 20% dei fondi stanziati
Una riunione della conferenza dei sindaci, unitamente con l’Ufficio del Piano di Zona, con i responsabili delle Politiche Sociali dei sette comuni interessati e con i rappresentanti della Asl e della Provincia, al fine di rimettere in moto la macchina amministrativa del Piano di Zona del versante orientale.
A proporlo, in una lettera indirizzata al commissario straordinario Aldo Lombardo, è Tullio Mancino.
«Il Piano triennale delle politiche sociali 2010/12 prevede ancora diversi milioni di euro disponibili (circa l’80% dei 5 milioni di euro stanziati) per interventi a favore di anziani, minori a rischio, diversamente abili, assistenza domiciliare e inserimento al lavoro di tossicodipendenti e malati psichici» ricorda Mancino, che poi rimarca le lentezze delle procedure. «Da mesi la gestione dei piani di zona ha subito un gravissimo stallo che impedisce l’erogazione di servizi a favore delle categorie svantaggiate e comporta una grossa perdita di opportunità lavorative per professionisti, cooperative, società, aziende ed associazioni del territorio scippando, di fatto, risorse ai sette comuni dell’ambito territoriale di cui Manduria capofila».
Per Mancino, quindi, «questa situazione impone una assunzione di responsabilità da parte di Manduria, che rischia di perdere l’opportunità di investire queste risorse sul territorio».
Ecco, pertanto, la decisione di chiedere al commissario straordinario Lombardo la convocazione di un tavolo.
«Nell’ultima riunione della commissione consiliare che si occupa delle Politiche Sociali, svoltasi presso uno dei comuni interessati (quello di Sava), è stato proposto dal presidente, il consigliere savese Ivano Decataldo, il commissariamento dei piani di zona, poichè denuncia da tempo un sostanziale immobilismo generato dalla più totale confusione. Bisogna assolutamente evitare che questo avvenga» sostiene Mancino, «perchè si entrerebbe in una empasse, che ci porterebbe ad una ulteriore perdita di tempo e denaro che si traduce in termini di perdita di servizi e posti di lavoro.
L’ennesima occasione, insomma, per ribadire che le risorse economiche ci sono, al contrario di quello che spesso si dice, ma per l’assenza di controlli ed inerzia amministrativa, spesso rimangono inutilizzati.
A compromettere maggiormente la situazione inoltre è sopravvenuto un ingiustificato carico di lavoro, per altro non di competenza dell’ufficio preposto, che ha ulteriormente rallentato e scoraggiato il lavoro delle già carenti risorse umane dei Servizi Sociali».
Convocando un tavolo, si potrebbe «rimuovere qualsiasi ostacolo che fino ad ora ha impedito lo svolgimento della procedura amministrativa dei piani di zona, individuare eventuali responsabilità e ristabilire l’ordine rispetto ai diritti e doveri di ogni componente facente parte dell’Ambito 7 e dell’Ufficio di Piano».