Prosegue il conto alla rovescia verso il 29 giugno, giorno in cui il disabile manduriano Paolo De Vizzi tenterà di stabilire il record mondiale assoluto di permanenza in mare: 32 ore
Ancora settantasei giorni per il Paolo De Vizzi-day. Prosegue il conto alla rovescia verso il 29 giugno, giorno in cui il disabile manduriano Paolo De Vizzi tenterà di stabilire il record mondiale assoluto di permanenza in mare: 32 ore.
Si intensificano, pertanto, le immersioni di allenamento a Santa Caterina di Nardò, la location che ospiterà l’evento, così come è a buon punto anche la macchina organizzativa che renderà il tentativo di Paolo una “due giorni” di straordinaria importanza. Davanti al punto dell’immersione sarà allestito un villaggio, all’interno del quale si susseguiranno preziosi interventi di esperti dei settori coinvolti, ovvero la medicina iperbarica, la fisioterapia, la sicurezza stradale.
Il tentativo del record è stato recentemente presentato sia a Milano che a Roma.
«Sono molto soddisfatto dell’attenzione mostrata dagli operatori di settore e dalla gente comune» afferma De Vizzi. «Evidentemente il progetto è valido e la gente ha dimostrato di essere molto interessata al mio tentativo di record e al problema della mia disabilità. Sia all’EudiShow di Milano che al BigBlu di Roma ho ricevuto tanti consensi e pacche di incoraggiamento. Uno stimolo in più per prepararmi al meglio».
Come procede l’avvicinamento al record?
«Lavoro tanto per arrivare al 29 giugno al top. Quando mi fermo a riflettere, sento crescere l’emozione forte dentro di me e questo aumenta la mia voglia di crederci. In questo periodo sto intensificando le prove fisiche, che sono mirate al controllo dell’ipotermia».
Paolo si sofferma, poi, sull’equipaggiamento e la fase preparatoria all’immersione.
«Prima di entrare a contatto con l’acqua, c’è tutta una preparazione in palestra, in cui eseguo degli esercizi specifici. Sono molto maniacale nel verificare la mia attrezzatura, che consiste in una muta semistagna da 5 mm, una giberna con 10 kg, 2 GAV, 4 erogatori, 2 maschere, pinne, due computer, un orologio, una camel bag con integratori e le lavagnette per comunicare con gli assistenti».
L’acqua è sempre stata l’elemento naturale di De Vizzi, anche prima dell’incidente che, ora, condiziona la sua deambulazione.
«Per me è sempre una grande emozione immergermi, in qualunque stagione e in qualunque momento della giornata. In questa fase devo raggiungere una concentrazione mentale adeguata che mi consenta di resistere in mare quanto più tempo possibile, considerando che non mi immergo con la muta stagna, che mi darebbe sicuramente più calore. Quando sono sott’acqua mi sento leggero e libero da carrozzine o supporti per camminare. Questa è già un’emozione forte. E’ bellissimo poi incontrare tutta la fauna sottomarina, che sembra condividere la mia gioia giocando con me. Durante le immersioni “vado a trovare” stelle marine, pesci, paguri e tante altre splendide specie animali».
Anche fisicamente Paolo De Vizzi si sente al top.
«Mi sento molto carico e pieno di energia, sono consapevole che solo lavorando tanto potrò centrare il mio obiettivo. Sono pronto e ho tanto entusiasmo e voglia di fare. Spero che il fisico mi sostenga a lungo, perché il tentativo del 29 giugno non sarà un traguardo ma un punto di partenza verso nuove imprese. E’ fondamentale il calore degli amici, mi danno una marcia in più. Sono felice di avere accanto gente che mi dimostra affetto e che tifa per me durante le competizioni e mi sostiene sempre. Non finirò mai di ringraziarli e spero di poter dar loro sempre maggiori soddisfazioni. Li sento parte del mio staff e condivido con loro sia i momenti belli che quelli brutti».