Chi ha agito, quindi, sapeva come e dove andare per far razzia di questo prezioso materiale: il rame
Raid nel cimitero di Manduria. Nei giorni scorsi, ignoti hanno fatto razzia dei portafiori in rame e bronzo che ornavano i loculi delle tre colombaie comunali.
Sono stati rubati numerose decine di portafiori dei loculi più bassi delle colombaie, quelli, ovvero, ad altezza d’uomo. Probabilmente per essere più celeri, i malviventi si sono limitati a “ripulire” gran parte dei loculi che si trovano nelle tre file più basse, tralasciando quelli della quarta e della quinta fila (le più alte), per i quali ci sarebbe stato bisogno di una scala.
I ladri hanno provveduto a svuotare i portafiori dei fiori, abbandonandoli vicino ai loculi, o, addirittura, riponendoli nella base che regge lo stesso portafiori. E’ toccato poi agli operatori cimiteriali rimettere ordine.
Chi ha agito, quindi, sapeva come e dove andare per far razzia di questo prezioso materiale: il rame.
«Mi sono recato al cimitero per portare dei fiori freschi ai miei cari defunti» ci ha raccontato un cittadino della vicina frazione di Uggiano Montefusco. «Quando sono arrivato ho notato che il loculo era privo del portafiori. Ho immaginato che potesse essere caduto a causa del vento o, al massimo, che, come qualche volta accaduto in passato, potesse essere stato oggetto di singolo un furto (in passato hanno rubato anche delle piante ornamentali). Invece mi è stato fatto notare che i portafiori erano stati trafugati da quasi tutti i loculi da gentaglia che non ha rispetto neppure dei defunti e che, quindi, prende di mira per le proprie azioni malavitose anche i luoghi sacri».
Non è la prima volta che al cimitero di Manduria si sono avute simili spiacevoli sorprese. Ma, sinora, si era trattato sempre di episodi minimi: furti di piante lasciate accanto alle tombe, furti di qualche portafiori e, sinanche, furti di fiori (compresi quelli di plastica).
Mai, però, si era giunti a tanto. Evidentemente il rame diventa sempre più ricercato nel mercato nero, visto il suo esorbitante costo. Non esistendo un sistema di videosorveglianza, i malviventi (sicuramente più di uno), hanno compiuto questo scempio, peraltro non nuovo nella zona. Anche in diversi centri limitrofi, i cimiteri sono stati oggetto di simili razzie. Da quel che ci ha riferito un rivenditore di articoli funerari, in alcuni casi i malviventi hanno anche sfondato le porte delle cappelle private per rubare gli oggetti di valore.
Un filo, sicuramente … rosso (il colore del rame), unisce questi furti. Possibile che centinaia di portafiori possano poi svanire senza lasciare tracce? Non si potrebbero controllare le aziende che lavorano il rame (alcune delle quali quasi certamente si macchieranno del reato di ricettazione) per risalire, poi, agli autori di questi furti?
Proprio nei giorni scorsi, l’ex consigliere comunale Arcangelo Durante aveva inviato una lettera aperta al commissario straordinario Aldo Lombardo per sollecitare una maggiore attenzione verso il cimitero (in alcuni campi comuni l’erba è più alta delle tombe), e per regolamentare i costi degli interventi di chiusura muraria delle tombe, che attualmente vengono gestiti dai privati.