Si rilancia l’azione contro il depotenziamento del “Giannuzzi”
Il comitato “Pro Giannuzzi” di Manduria chiede all’assessore regionale al Welfare, Elena Gentile, un incontro. Il recente rimpasto nella giunta regionale è stato seguito con attenzione dagli attivisti del comitato, sinora delusi dal comportamento e dalle decisioni assunte dal precedente assessore al ramo: tagli operati con puntualità, promesse di nuovi servizi (ad esempio la Tac, di cui si parla da un ventennio), sempre costantemente disattese.
Si spera, insomma, in una sensibilità differente da parte del nuovo assessore, al quale si vorrebbe illustrare la situazione in tema di sanità nel versante orientale della provincia.
«Intendiamo esporre la situazione difficile che si è venuta a creare nel territorio orientale della provincia di Taranto, in seguito alla chiusura dei reparti di Ginecologia, Ostetricia, Nido e Pediatria dell’ospedale “Marianna Giannuzzi” di Manduria e per avanzare proposte in merito al futuro dell’ospedale» scrive nella lettera inviata ad Elena Gentile da Giuseppe Dimonopoli, presidente del comitato “Pro Giannuzzi”. «Si fa presente che il comitato “Pro Giannuzzi” ha consegnato al prof. Tommaso Fiore, nel dicembre 2011, quindicimila firme, raccolte in tutti i comuni del Distretto 7 della Asl della provincia di Taranto, per il mantenimento del Punto Nascite e della Pediatria nel polo ospedaliero orientale e per il potenziamento dell’ospedale di Manduria.
Inoltre, è stato ascoltato dalla VI Commissione Consiliare Regionale in merito al piano di riordino, in più occasioni, anche insieme ai sindaci dei comuni limitrofi, i cui abitanti risultano tra gli utenti del nosocomio di Manduria».
Nonostante l’impegno del comitato e le mobilitazioni della gente dei comuni del versante orientale della provincia jonica, sinora non è stato ottenuto nessun risultato. Anzi, l’ultimo reparto per il quale è stato decretata la chiusura è la Pediatria.
«Il comitato, pur tenendo presenti le difficoltà economiche del Sistema Sanitario Regionale, al pari di quelle del Sistema Sanitario Nazionale, ritiene opportuno ed auspica che il nuovo assessore al Welfare voglia riconsiderare: la collocazione territoriale strategica del nosocomio manduriano, relativamente alla consistenza della popolazione, alla vastità geografica dell’area, ai tempi di percorrenza delle vie di comunicazione; le dotazioni professionali e strutturali (UTIC, TIPO, TAC) possedute dal “Giannuzzi”, che lo mettono in grado, ad oggi, di operare in sicurezza e di sopperire anche alle difficoltà dell’ospedale di Grottaglie; il previsto incorporamento dell’ospedale di Grottaglie nel futuro “S. Cataldo” di Taranto».
Ciò che risulta incomprensibile è proprio questo: se l’ospedale di Grottaglie dovrà assorbito dal “San Cataldo” di Taranto, perché chiudere i servizi del “Giannuzzi” per potenziare quelli del “San Marco”?
«Il Comitato ribadisce la necessità di ricercare con ogni mezzo tutte le opportunità possibili per il potenziamento dell’ospedale “M. Giannuzzi” come ospedale di riferimento per l’intera area orientale jonica e, in modo particolare, per le patologie acute, comprese quelle Ostetrico-Ginecologiche, anche al fine di dare un senso agli investimenti sin qui fatti nella suddetta struttura e a quelli previsti per il futuro, nell’ambito del Piano sanitario regionale».