A 35 anni dalla sua morte, l’incontro fra i ragazzi della scuola secondaria dell’istituto comprensivo “Don Bosco” e il col. Antonio Dimitri, presidente dell’associazione “Don Luigi Neglia”
Un’intera vita spesa a servizio degli ultimi e accanto ai giovani.
A 35 anni dalla morte di don Luigi Neglia, per 42 anni arciprete di Manduria (dal 29 novembre del 1936 sino al giorno della sua morte, avvenuta il 27 novembre del 1978), cittadino onorario della città messapica, la comunità manduriana continua a ricordare, con immutato affetto, questo ineguagliabile “pastore di anime”.
L’associazione che porta il suo nome, presieduta da Antonio Dimitri, ha programmato una serie di iniziative, che caratterizzeranno tutto l’anno solare. Dopo la prima (la presentazione di un libro sui parroci pugliesi che più si sono distinti nella loro opera nel corso del secolo scorso, che dedica un paragrafo proprio a don Luigi Neglia), è stato bandito un concorso letterario riservato agli studenti delle scuole superiori di Manduria, che sono chiamati a cimentarsi su un tema quanto mai attuale, come quello della famiglia (gli elaborati devono essere consegnati entro l’11 maggio).
Il presidente dell’associazione “Don Luigi Neglia” è stato anche invitato a parlare delle opere di questo umile arciprete nativo di Villa Castelli anche dagli alunni della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo “Don Bosco” di Manduria. Incalzato dalle loro puntuali domande (gli alunni sono stati guidati dalle docenti Grazia Buccolieri e Grazia Lecce), Antonio Dimitri si è dapprima soffermato sul carattere di don Luigi, sempre pronto a donare il proprio sorriso e il proprio conforto al prossimo, e, poi, sulle strutture destinate ai ragazzi realizzate dall’amato arciprete.
«Ha dato tutto se stesso a chi aveva bisogno, in un periodo, prima e dopo la Seconda guerra mondiale, in cui c’era tantissima povertà, sia economica che spirituale» ha ricordato Antonio Dimitri. «Ha sempre vissuto in una casa estremamente umile, senza riscaldamenti e senza i servizi essenziali (fra cui la rete idrica)».
Appena giunto a Manduria, don Luigi Neglia realizzò una prima imponente opera: la ristrutturazione della chiesa Matrice, che allora versava in precarie condizioni statiche.
«Se la chiesa è oggi così bella, il merito va ascritto a don Luigi e al suo gusto» afferma Antonio Dimitri. «Lo stesso architetto che diresse i lavori, il romano Lorenzo Cesanelli, lodò il finissimo senso estetico di don Luigi Neglia».
Grazie anche all’aiuto di un benefattore di quel periodo (Giovan Battista Arnò), don Luigi Neglia riuscì a realizzare il Villaggio del Fanciullo (un grande polmone per i giovani, che comprende, oltre alla chiesa, un teatro, due campi di calcio e uno di basket e tanti altri locali) e le Opere Parrocchiali.
«Il Villaggio del Fanciullo, inizialmente, ospitava anche corsi di formazione professionali: numerosi giovani di Manduria hanno trovato lavoro, in quel periodo, attraverso quei corsi. Anche le Opere Parrocchiali dispongono di un campo di calcio e di un teatrino».
Grazie al suo spirito poliedrico e alla sua straordinaria vitalità, la sua azione pastorale fu ricchissima, incanalandosi in tante attività, tutte finalizzate alla salvezza delle anime attraverso l’incontro con Cristo. Memorabili furono i due congressi eucaristici promossi da don Luigi Neglia.
Il sogno dei manduriani è ora quello della beatificazione di don Luigi. E chissà che proprio in quest’anno non possa arrivare il tanto atteso annuncio dell’avvio dell’iter.