Un rinvenimento sensazionale, sia per le dimensioni della stessa tomba, sia per la presenza di elementi di grande valore archeologico nel corredo funerario presente
In particolare, l’askos a vernice nera e un poppatoio a forma di maialino (forse un gioco per un infante), molto rari da trovare. Ieri mattina, prima della conclusione degli scavi, sono state trovate anche le teste di due statuine di importazione (pare realizzate con la ceramica di Egnatia).
Gli altri oggetti che gli operai dell’impresa specializzata di Gregorio Tarentini (impresa di fiducia della Soprintendenza) e l’archeologo Gianfranco Dimitri (dello studio di consulenza archeologica Dàmatra di Manduria), incaricato della redazione della documentazione scientifica, hanno rinvenuto sono più comuni, ovvero produzioni tipiche della zona: oggetti del corredo vascolare costituito da un vaso a vernice nera, due kantharoi a vernice nera, baccellati e sovraddipinti, due coppette, vari unguentari e una trozzella a decorazione geometrica.
La tomba, collocabile in età ellenistica (tra IV e III secolo a. C.), dovrebbe essere di “genere”. Non potendo stabilire il sesso dei due resti mortali (sono stati trovati sono parti dei due crani, mentre non c’era più traccia dei bacini), si potrebbe dedurre che la tomba sia stata utilizzata solo per deposizioni femminili dalla presenza di elementi di corredi funerari in uso alle donne.
La presenza, poi, anche di un poppatoio a forma di maialino testimonierebbe la tumulazione di un bambino, del quale, però, non è stata trovata traccia.
Il rinvenimento di colloca all’interno di un ricchissimo comprensorio archeologico di età ellenistica, costituito da fondazioni in pietra di edifici di una certa importanza, un’area di necropoli con strutture funerarie forse esclusivamente per bambini (da questa arriva anche il bambino fossilizzato esposto presso le sede della Soprintendenza a Manduria), un’area abitativa con trasformazione, in età moderna, di una cisterna a campana in ricovero per animali. Il tutto in pieno centro urbano moderno e a pochi passi dal parco archeologico
«Il passato ci tende ancora una volta la mano al fine di scuotere le coscienze e dare il giusto valore a quanto recuperato nel nostro sottosuolo per il nostro futuro e della nostra terra!» è stato il commento di un appassionato di archeologia su quest’importante rinvenimento.
Manduria, però, continua a non valorizzare tutto questo tesoro…