Ha partecipato ad un convegno promosso dai Verdi
«Non si può non tener conto delle persistenti rimostranze delle popolazioni interessate al progetto del depuratore consortile, che meritano ogni attenzione, considerato l’impatto che interventi simili hanno sul territorio».
Il consigliere regionale Francesco Laddomada ha partecipato ad un convegno promosso dai Verdi per affrontare e discutere la questione relativa al depuratore, fortemente sentita dalla comunità manduriana e da quella avetranese.
«Ho accettato volentieri questo incontro» afferma Laddomada, «per spiegare ai cittadini di Manduria lo stato dell’arte in merito a questa tematica, sulla quale sono state a più riprese espresse delle perplessità e dei pareri fortemente negativi, considerati i riflessi, da un punto di vista ambientale, che preoccupano la comunità. La costruzione di un nuovo depuratore in una zona caratterizzata da specifiche peculiarità turistiche è oggetto delle legittime preoccupazioni che devono, comunque, conciliarsi con l’esigenza di risolvere un problema, quello della depurazione delle acque, che si trascina da tempo».
La posizione degli ambientalisti non cambia: ben venga il depuratore, ma si eviti lo scarico a mare.
«Vorrei ricordare che attualmente nel progetto il recapito è nel sottosuolo, mentre il PTA prevede che sia lo Jonio attraverso una condotta sottomarina. Il depuratore sarà dotato di un comparto biologico e trattamento a fanghi attivi con diffusione di area con aereatore superficiale» continua Laddomada soffermandosi su altri aspetti del progetto. «Il nuovo impianto ha un costo di 15 milioni e 160mila euro ed è stato finanziato interamente da AQP. Le progettazioni a base di gara comprendevano un progetto definitivo per l’impianto di depurazione e un progetto preliminare per la condotta sottomarina. Nel mese di marzo del 2013 si è conclusa la procedura di affidamento con l’aggiudicazione provvisoria e, dopo le verifiche degli atti, ad aprile la gara è stata aggiudicata definitivamente. L’appaltatore ha redatto il progetto definitivo che ad oggi è in fase di verifica ed approvazione da parte di AQP. Solo successivamente si procederà alla redazione della progettazione esecutiva e alla realizzazione dell’opera».
Infine delle considerazioni di tipo politico.
«In primo luogo, giustamente, l’affinamento delle acque ad uso irriguo appare poco confacente per la tipologia di produzione agricola che questo territorio offre (ulivo e vitigni che producono essenzialmente Primitivo), pertanto la condotta sottomarina è una soluzione che deve essere ulteriormente approfondita e comparata con altre eventuali soluzioni alternative, tenendo conto del pregio paesaggistico della zona e del mare.
Non può non tenersi però conto» conclude Laddomada, «delle persistenti rimostranze delle popolazioni interessate che meritano ogni attenzione considerato l’impatto che interventi simili hanno sul territorio».
(foto d'archivio)