Dovranno essere giudicati l’ex direttore generale della Asl Colasanto, l’attuale direttore Scattaglia, il componente della Commissione di Concorso De Palma e l’attuale primario Fracasso. Il dott. Massafra si è costituito parte civile
Si è concluso con il rinvio a giudizio di tutti e quattro gli imputati l’udienza preliminare a carico del dr. Lorenzo Fracasso, attuale primario della S.C. di Chirurgia dell’Ospedale di Manduria, del dr. Angelo Colasanto, già direttore generale della ASL TA, del dr. Fabrizio Scattaglia, attuale direttore generale, del dr. Paolo Valerio, componente della commissione di concorso e del dr. Michele De Palma, già primario di chirurgia dell’Ospedale di Copertino. Nel processo si è costituito parte civile il dr. Roberto Massafra, difeso dall’avv. Gianluigi De Donno.
Gli imputati Fracasso, Colasanto, Scattaglia e Valerio rispondevano di concorso in abuso di ufficio perché Scattaglia nella qualità di direttore sanitario e presidente della commissione di concorso per il conferimento dell’incarico di primario di chirurgia dell’Ospedale Giannuzzi, Valerio quale componente della commissione così come il defunto Libero Bruno, confermavano il giudizio comparativo favorevole nei confronti del dr. Fracasso considerando ammissibile ed utilizzabile la produzione documentale relativa alla casistica operatoria del predetto in cui non era stata precisata la qualità di primo operatore negli interventi chirurgici effettuati nel decennio precedente il concorso.
In particolare il dr. Fracasso aveva presentato la domanda per partecipare tanto al concorso indetto dalla ASL LE per la nomina a primario dell’Ospedale di Copertino, tanto a quello indetto dalla ASL TA per l’Ospedale di Manduria. Nel primo concorso la sua casistica operatoria era stata ritenuta non specifica in quanto non era stata precisata la qualità di primo o secondo operatore negli interventi documentati mentre nel secondo la stessa casistica era stata ritenuta adeguata ai fini del conferimento dell’incarico primariale.
Il dr. Massafra, il quale fino a quel momento aveva temporaneamente ricoperto le funzioni primariali, aveva invece prodotto una casistica operatoria in cui erano stati differenziati gli interventi eseguiti in prima persona da quelli effettuati come aiuto e, dopo aver richiesto copia dei registri operatori tenuti dall’Ospedale di Copertino, aveva rilevato che gli interventi indicati da Fracasso erano stati in larga misura eseguiti come secondo o terzo operatore e con metodiche differenti da quelle certificate nella casistica.
Ritenendosi leso nei suoi diritti aveva invitato il Direttore Generale della ASL a revocare la delibera di nomina, offrendo di mettere a disposizione tutte le copie dei registri di sala operatoria da dove emergeva il reale ruolo svolto nei singoli interventi dal dr. Fracasso, nel frattempo nominato primario della Chirurgia manduriana.
In luogo di procedere a queste verifiche di ufficio la ASL aveva richiesto al dr. Fracasso di documentare nelle forme di legge la sua casistica operatoria ma questi, anziché produrre una casistica con l’indicazione del ruolo svolto controfirmata dal direttore sanitario e del primario di Copertino, aveva semplicemente esibito una attestazione del dr. De Palma, suo primario in pensione, nella quale si affermava che tutti gli interventi chirurgici indicati nella casistica prodotta ai fini del concorso erano stati effettuati dal dr. Fracasso come primo operatore.
La commissione di concorso, appositamente riconvocata dal direttore generale, aveva pertanto preso atto di questa sorta di autocertificazione predisposta dal dr. Fracasso in uno al dr. De Palma e, in luogo di acquisire le copie dei registri operatori, aveva preso per buona questa autocertificazione della casistica operatoria peraltro prodotta dopo la scadenza dei termini per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso.
A seguito di questa decisione della commissione il dr. Colasanto, direttore generale, aveva archiviato la procedura di autotutela così procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale a Fracasso il quale aveva conservato l’incarico di primario.
Il dr. Fracasso ed il dr. De Palma, inoltre, rispondevano anche di concorso per induzione al falso ideologico in quanto, attraverso la falsa attestazione di aver svolto le funzioni di operatore principale in tutti gli interventi indicati nella casistica operatoria presentata per il conferimento dell’incarico, avevano indotto in errore i componenti della commissione che attestavano contrariamente al vero che Fracasso aveva svolto 1750 interventi chirurgici quale primo operatore nell’ultimo decennio mentre invece, dall’esame dei registri, risultava che il neo primario dell’ospedale manduriano ne aveva svolti un numero notevolmente inferiore in tale qualità limitandosi, negli altri casi, a fare il primo o secondo aiuto del dr. De Palma.
Infine il dr. Fracasso ed il dr. De Palma sono stati rinviati a giudizio anche per concorso in truffa perché, attraverso l’artificio di allegare alla domanda di partecipazione al concorso una casistica operatoria priva della specificazione della qualità di primo operatore e, dopo la nomina, producendo la falsa attestazione di aver svolto tutti gli interventi elencati nella casistica come operatore principale, inducevano la ASL TA a stipulare il contratto di lavoro e a confermare il giudizio favorevole sulla casistica, così conseguendo l’ingiusto profitto di percepire la retribuzione di primario con danno per la ASL TA:
Per effetto di queste condotte era stato danneggiato proprio il dr. Massafra che, essendo stato inserito nella terna dei concorrenti sottoposta al direttore generale, avrebbe avuto concrete probabilità di diventare il nuovo primario della chirurgia manduriana se fosse stato escluso il dr. Fracasso, autore di una casistica operatoria contenente notizie mendaci.
Il processo si celebrerà dinanzi alla II Sezione Collegiale del Tribunale di Taranto ed avrà inizio il 03/10/2013.
Il G.U.P. dr.ssa Ingenito, su istanza del difensore della parte civile, ha anche nominato un curatore speciale, nella persona del vice prefetto dr.ssa Trematerra, alla ASL TA che nel processo riveste la qualità di persona offesa insieme al dr. Massafra; tanto al fine di prevenire il conflitto di interessi che si potrebbe presentare se la ASL TA, alla cui guida vi è uno degli imputati, dovesse ritenere di costituirsi parte civile per le condotte illecite poste in essere dai suoi funzionari.