«Condivido perplessità del comitato per la Valutazione dell’Impatto Ambientale»
Il primo, e sinora unico, consigliere regionale ad esprimersi contro la Regionale 8 è Francesco Laddomada, eletto nella lista “La Puglia per Vendola”.
«L’arteria stradale interessa ben 9 comuni costieri del versante orientale dell’area ionica, quali Taranto, Leporano, Pulsano, Lizzano, Torricella, Maruggio, Manduria ed Avetrana» è la premessa di Laddomada. «Un territorio caratterizzato da un vasto basso piano degradante leggermente verso la costa con la presenza di aree tutelate, fra cui boschi, zone SIC (siti di interesse comunitario) e corsi di acqua pubblici. Ritengo che i passaggi fondamentali sui quali il comitato VIA è fortemente perplesso attengono ai circa 253 ettari nei quali si racchiude l’intervento, che seppure diminuito di 140 ettari, stride con le finalità di tutela e valorizzazione delle risorse paesaggistiche e ambientali esistenti in quei luoghi, nonostante gli sforzi progettuali in diminuzione rispetto al progetto originario. Inoltre sono problematiche anche alcune opere interferenti con la Riserva Naturale».
Il consigliere Laddomada condivide, pertanto,«le perplessità del comitato VIA, quando afferma che la nuova mobilità produrrà, con le aste di collegamento alla litoranea, una maggiore accessibilità, ma in assenza di, non previsti, parcheggi, aree di sosta e percorsi di mobilità alternativa, poiché non si può ulteriormente permettere quell’antropizzazzione spinta, frutto di pregressa e irresponsabile tolleranza da parte dei comuni interessati».
Il consigliere regionale Laddomada rileva altresì che «la bellezza che la costa orientale, che era quasi intatta negli anni ’60 – ’70, è proprio la presenza di dune di sabbia che si confondevano con piccole viabilità», ed esprime la «preoccupazione che l’intervento comporterà sulla fauna, provocando sicuramente la dispersione delle specie con riflessi negativi sull’accoppiamento».
«Ritengo» conclude Francesco Laddomada, «che sia d’obbligo ormai valutare bene la costruzione di nuove arterie in zone di elevato pregio paesaggistico, quale la zona in esame o altre zone ricadenti in territori ad alta valenza turistica, che non devono significare, per esempio per la Valle d’Itria o per altri squarci viari, la produzione di corridoi devastanti e ulteriore inquinamento atmosferico. Dobbiamo invece promuovere mobilità dolce, sostenibile e tale da permettere di conservare i luoghi e trasmetterli nella loro bellezza alle generazioni successive. Insomma dobbiamo essere per i salotti di paesaggio e non per la distruzione per invasione di massa, che già tanti danni ha provocato in passato».