Quanto il mare è in grado di restituire, a chi ha problemi motori, la bellissima sensazione di essere autonomo
Paolo De Vizzi è il nuovo primatista mondiale assoluto di permanenza continuata in mare. Nelle acque di Santa Caterina, il disabile manduriano è rimasto per circa 34 ore: dalle 23,55 della notte fra venerdì e sabato alle 10 di ieri mattina.
In quello che è ormai diventato il suo elemento naturale e che è anche l’anello di congiunzione fra la vita e la nascita, Paolo si è dimostrato, ancora una volta, più forte di tutto e di tutti. Innanzitutto più resistente all’ipotermia, al freddo che, nonostante la muta, inizia a congelarti prima i muscoli e poi la mente.
«Sono stato in acqua 14 ore in più rispetto allo scorso anno» ha affermato Paolo De Vizzi dopo essersi sottoposto a tutti i test medici. «Indubbiamente, durante le 34 ore che ho trascorso in mare, ho avvertito molta stanchezza. Ma quest’altra sfida l’ho vinta soprattutto a livello mentale».
Proprio dalla sua forza di volontà e dalla sua caparbietà, da qualche anno è “nato” un nuovo Paolo. Un atleta che si dimostra più forte anche di una sorte avversa e, con queste sue tre imprese, intende, anno dopo anno, ribadire un messaggio sociale che rivolge a tutti gli altri disabili.
«Ogni ostacolo si può e si deve superare con l’impegno, trovando in se stessi la forza necessaria per affrontare con tenacia, risolutezza e orgoglio la vita quotidiana, senza in alcun modo sentirsi diversi, o peggio, ai margini della società».
Fu così che, dialogando con i propri istruttori subacquei (in primis Andrea Costantini, che lo ha sempre seguito), Paolo, due anni fa, lanciò la sua prima sfida a se stesso: stabilire il record mondiale per disabili di immersione. Sempre nelle acque di Santa Caterina, raggiunse i 62 metri e 30 centimetri. Una prima impresa che rappresenta una sorta di spartiacque della sua vita.
L’anno dopo, nel 2012, De Vizzi ci riprova. Questa volta non si cimenta nell’immersione, ma nella permanenza prolungata in mare. Mesi e mesi di dura preparazione e di studio di ogni accorgimento per poter smaltire l’azoto.
Poi, nel giorno del tentativo del record, nelle acque di Santa Caterina si porta con sé anche la sedia a rotelle. Ma nel mare, a differenza che sulla terra ferma, Paolo non l’ha usata. L’ha portata ugualmente per dimostrare che il mare è in grado di restituire, a chi ha problemi motori, la bellissima sensazione di essere autonomo.
Un mare amico, insomma, perché senza barriere.
Il terzo record, quello di 34 ore, è una sorta di consacrazione per Paolo. Le sue imprese vengono raccontate anche in un docu-film, intitolato “La mia seconda vita da record”, prodotto da Mediacreative (la regista è Donatella Cervi, mentre le riprese sono di Lorenzo Venturini), che sarà trasmesso dalle reti Mediaset e parteciperà ai vari concorsi cinematografici.
«Sono stremato, ma felicissimo per essere riuscito a stabilire anche questo record» sono state le prime parole di De Vizzi dopo che, a bordo del battello Hurricane dei paracadutisti della Folgore, è stato portato a riva. «Non è stato facile restare così a lungo in mare, soprattutto per il freddo. Le difficoltà maggiori le ho incontrate durante la seconda notte e le ho superate solo grazie al sostegno di tutto il mio staff».
Appena uscito dall’acqua, tutte le difficoltà erano già dimenticate.
«L’anno prossimo intendo migliorare questo record!».