Il consigliere regionale si sofferma sul declassamento dei Radiologia, Medicina e Nefrologia
La scure si abbatte nuovamente sull’ospedale manduriano “Marianna Giannuzzi”. I servizi di Radiologia, Medicina e Nefrologia sono stati declassati da strutture complesse a strutture semplici e sono così costretti a dipendere da altre strutture complesse del capoluogo di provincia.
La declassazione della Nefrologia è oggetto di una interrogazione, con richiesta di risposta scritta, rivolta dal consigliere regionale Pietro Lospinuso al governatore Nichi Vendola e all’assessore regionale alla Salute Elena Gentile.
«Da decenni la Regione Puglia si è dotata di piani nefrodialitici che, azzerando la mobilità passiva ed incrementando quella attiva, hanno reso possibile un’assistenza più che dignitosa ai pazienti di riferimento» è la premessa di Lospinuso. «Risulta, però, che alcuni direttori generali abbiano messo mano, unilateralmente, alla tipologia di assistenza in argomento, cagionando delle inevitabili, ed inaccettabili, discrasie fra le diverse ASL pugliesi. Il risultato è che l’Azienda Sanitaria di Lecce dispone di una struttura complessa di Nefrologia ogni 200.00 abitanti, quella di Brindisi ne conta una ogni 400.000, mentre Taranto deve accontentarsi di averne una ogni 600.000 abitanti. Considerando tali premesse, si chiede quali iniziative si intendono assumere per verificare le cause di tali gravi sperequazioni? E quali improcrastinabili rimedi s’intende adottare per garantire omogeneità di trattamento ai pazienti nefrologici a livello regionale e, in particolare, in ambito provinciale?
Quella di Taranto, come troppo spesso accade, appare la provincia più discriminata. A ciò contribuisce, nel caso in specie, la cervellotica decisione del direttore generale dell’ASL TA/1 che, a dispetto di ogni logica di equità sociale, e nel quadro di un ancor più devastante provvedimento complessivo, ha assurdamente penalizzato le strutture di Manduria e di Martina Franca, pur dirette da primari di grande esperienza e comprovata perizia professionale, mantenendo attiva solo la struttura complessa di Nefrologia operante nel capoluogo».
A corollario di questa ferma presa di posizione è utile ed opportuno evidenziare come la maggior parte delle ASL pugliesi, e fra queste quella di Taranto, risultino inadempienti rispetto alle disposizioni promulgate dai preposti organi legislativi regionali. In particolare si contesta la reiterata adozione di deliberazioni per l'individuazione di nuove strutture, sia semplici che complesse, con relativi incarichi, pur in assenza di un provvedimento di ridefinizione della dotazione organica.