Il Comune dovrebbe offrire un terreno di masseria Marina per l’ubicazione della vasca di stoccaggio
Entro la prima parte del mese di settembre il Consiglio Comunale dovrà ufficialmente richiedere alla Regione Puglia un recapito finale per i reflui sanificati dal depuratore differente dallo scarico in mare, indicando, nella relativa delibera, anche la proposta alternativa preferita.
E’ questo l’impegno assunto dal sindaco Roberto Massafra e dalla sua Amministrazione nel corso dell’incontro avuto, a palazzo di città, con il presidente della Commissione Ambiente della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, e con i rappresentanti del comitato “No scarico a mare”. Alla presenza dei capigruppo consiliari e di altri numerosi consiglieri, si è compiuto, dunque, un altro passo in avanti verso l’eliminazione dal progetto di realizzazione del depuratore consortile del criticatissima condotta sottomarina, che dovrebbe, secondo la stesura dell’elaborato tecnico già appaltato, convogliare a circa due chilometri dalla costa le acque lavorate dall’impianto di depuratore.
La proposta alternativa da tempo elaborata dagli esperti del comitato “No scarico a mare”, per la cui realizzazione è impegnato da tempo il consigliere regionale Pentassuglia, prevede, innanzitutto, il riutilizzo delle acque sanificate in agricoltura. In questa direzione, Pentassuglia ha ottenuto lo stanziamento, da parte della Regione, delle risorse economiche necessarie (3 milioni di euro) per ripristinare le condotte irrigue di proprietà dell’Arneo.
Occorre, poi, creare una vasca di stoccaggio delle acque in un’area di proprietà comunale. In tale ottica il presidente Pentassuglia ha chiesto la disponibilità del Comune per l’uso di aree di proprietà comunale, probabilmente all’interno dei circa 100 ettari di masseria Marina.
C’è, infine, l’ultimo aspetto del problema: il recapito delle acque eccedenti, quelle ovvero che non possono essere destinate all’irrigazione nei periodi piovosi.
La Regione Puglia ha accolto favorevolmente l’indicazione del comitato “No scarico a mare”, che prevede la creazione di pozzi sperdenti. Il loro uso avrebbe una funzione di grande rilevanza: arginerebbe la contaminazione salina della falda carsica, in atto da tempo, che rischia di trasformarsi in un fattore devastante per l’agricoltura (l’acqua salata del mare pare sia arrivata sino a circa 3 chilometri dall’abitato della città). Nel contempo, però, la Regione sta tallonando il Ministero preposto per ottenere, nel proprio territorio, la deroga a scaricare persino in falda, attualmente vietata dalla legge.
Durante il proficuo incontro, inoltre, il sindaco Massafra ha dato comunicazione dell’unico documento in materia ricevuto dall’attuale Amministrazione: l’Acquedotto Pugliese ha richiesto al presidente Vendola la proroga dello scarico in vora dell’attuale depuratore, sottolineando la necessità della costruzione del nuovo depuratore.
La coordinatrice del comitato, Liliana Digiacomo, ha invece rimarcato l’enorme lavoro svolto negli ultimi due anni e i vantaggiosi risultati ottenuti ai fini dell’eliminazione dello scarico in mare. Lavoro, condotto tramite numerosi confronti con i rappresentanti politici regionali, che ha potuto raggiungere successi significativi per l’appoggio e l’impegno del Presidente Pentassuglia.
Sin qui la cronaca dell’incontro. Non si può non riconoscere l’impegno del comitato “No scarico a mare”, che continua a battersi per evitare il nefasto recapito del reflui trattati nello Jonio.
Ci chiediamo cosa sarebbe accaduto se non ci fosse stata la loro opera e al loro posto si fossero mossi i politici locali. Vorremmo anche capire quali politici si sarebbero dovuti occupare del depuratore. Quelli che stanno consentendo lo scippo sistematico di tutti i servizi dell’ospedale? O quelli che non si stanno opponendo efficacemente alla sopraelevazione della discarica? Oppure ancora quelli che hanno preso posizione a favore della Regionale 8? O quelli che, litigando fra loro, hanno generato quattro crisi amministrative nelle ultime quattro legislature e che hanno contribuito non poco all’affossamento della città?