«Il nostro è un lavoro stagionale: il Comune non può penalizzarci in questo modo»
Sino a due anni fa, montate in una delle aree centrali di San Pietro in Bevagna, attiravano, nelle afose serate estive, numerose centinaia di bambini e ragazzi. Dallo scorso anno, invece, spostate in un’area estremamente periferica della località turistica mandurina (è adiacente al fiume Chidro), offrono di se un’immagine di desolazione e di tristezza.
Gran parte delle attrazioni del luna park restano a lungo ferme. L’attuale sito, isolato e non raggiungibile a piedi, rischia di far “morire” queste attrazioni, portando alla disperazione quelle famiglie che percepiscono il reddito solo da questo lavoro stagionale.
«Nei prossimi giorni faremo affiggere sui muri della città di Manduria e di San Pietro in Bevagna un manifesto funebre in cui si annuncia la morte del luna park» annuncia la signora Elvina Cavallone, titolare di alcune delle giostre del luna park di San Pietro in Bevagna, che contesta la scelta di “confinare” in un’area sperduta le attrazioni. «Ho ascoltato tante belle parole incontrando il sindaco Massafra durante la campagna elettorale. Poi, però, mi sono ritrovata la porta chiusa in faccia e ora sono nella più completa disperazione».
La signora Cavallone ci racconta ciò che è accaduto prima dell’estate.
«Ho presentato una prima istanza di ottenere un’area più centrale nell’aprile scorso, ma non ho ricevuto alcuna risposta dal Comune. Per risolvere il problema, ho individuato un’area privata al centro di San Pietro in Bevagna, ottenendo la disponibilità del proprietario alla sua cessione in fitto. Ho chiesto al Comune solo il permesso di poter lavorare, ma mi è stata negata questa possibilità, senza che nessuno mi fornisse una spiegazione valida per questo rifiuto. Devo pensare che si sia trattato solo di un capriccio?».
Fra le varie motivazioni addotte, senza fondamenta, c’è stata anche quella secondo la quale tutte le attrazioni di un luna park devono essere ubicate nella stessa area.
«Ciò non è vero e la riprova arriva dalla vicina Campomarino, in cui ci sono due aree diverse in cui sono montate le attrazioni. Ma se i funzionari e l’Amministrazione sono convinti della bontà di questa tesi, perché hanno allora autorizzato la presenza di due giostrine in una delle piazzette centrali di San Pietro in Bevagna? Come mai sono ancora lì, danneggiando tutte le altre giostre che sono state confinate nei pressi del Chidro? Forse esistono figli e figliastri? Forse questo non è un problema per chi percepisce uno o più stipendi mensili, ma sicuramente lo è per chi basa il proprio reddito solo su un lavoro stagionale. Si parla di tanti problemi da risolvere nella nostra città, sicuramente molto importanti. Ma non è forse altrettanto importante pensare a chi non potrà avere un piatto sulla propria tavola per tutto l’inverno?».