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11/08/2013 06:12:20 - Manduria - Attualità

 Ma per Manduria non ci sono fondi…

Massimo Bray, ministro della Cultura, che sponsorizza il lavoro «congiunto e condiviso» tra Stato e Regioni e alla fine sblocca fondi per 372 milioni di euro, fermi dal 2012, destinati a materializzare opere di restauro, riqualificazione e valorizzazione di importanti siti archeologici e strutture architettoniche come il complesso di Santa Chiara a Bari e il polo museale di Castel del Monte in quel di Andria.

Leccese di nascita e romano d’adozione, il direttore editoriale della Treccani nonché presidente della fondazione La notte della taranta, il più imponente festival europeo di musica popolare, non poteva non avere un occhio di riguardo per questa terra: sono pugliesi più della metà dei progetti "immediatamente appaltabili", cinquantaquattro su cento; sul tacco d’Italia, piovono qualcosa come 113 milioni, di cui 20 all’ombra di san Nicola.

Là dove Santa Chiara recita un ruolo di primo piano e ottiene 4 milioni, tanti quanti sono i soldi assegnati per il castello Svevo; 4 milioni 900mila euro andranno invece al teatro Petruzzelli perché l’ente lirico-sinfonico guidato da Carlo Fuortes possa ristrutturare un paio di immobili donati tra il 2010 e il 2011 dall’amministrazione comunale, si tratta dei palazzi San Michele e San Gaetano, nel centro storico. Ma il finanziamento più pesante, 7 milioni, lo incarta il museo archeologico di Santa Scolastica; 3 milioni 600mila euro infine, al cineporto per il museo contemporaneo dell’audiovisivo curato da Apulia film commission.

 

La maggior parte del “tesoretto” legato a quello che sembra il rumore di un fumetto, Poin (programma operativo interregionale), approderà nel Salento. A Lecce previsti interventi per le Mura urbiche (4 milioni 900mila euro), il convitto Palmieri (8 milioni), il castello Carlo V (6 milioni), Santa Maria di Cerrate (2 milioni 500mila euro) e il parco archeologico Rudiae (1 milione). Ma i cantieri saranno aperti in altre quindici città della provincia: Leverano (convento di Santa Maria delle Grazie, 1 milione 450mila euro), Galatone (palazzo Belmonte, 650mila euro), Tricase (castello dei principi Gallone, 250mila), Ugento (castello, 5 milioni 900mila), Copertino (castello, 3 milioni 500mila), Novoli (Pinacoteca, 500mila), Galatina (museo “Pietro Cavoti”, 500mila), Calimera (museo di storia naturale, 500mila), Cutrofiano (museo della ceramica, 500mila), Porto Cesareo (Torre Chianca, 350mila), Castro (il tempio di Minerva, 1 milione), Otranto (il faro di Punta Palascia, 350mila, e il castello aragonese, 2 milioni), Vernole (il sito archeologico Pozzo Seccato, 1 milione 700mila), Monteroni (palazzo Ducale, 2 milioni), Nardò (castello Acquaviva, 1 milione).

 

Il secondo gradino di questo podio virtuale, lo occupa il Foggiano grazie soprattutto a Monte Sant’Angelo (il fossato del castello, 500mila euro, Santo Stefano, 700mila, la cittadella Micaelica, 2 milioni 500mila, il museo “Tancredi”, 400mila, l’abbazia Pulsano, 700mila), Manfredonia (per il fossato del castello, 1 milione, il restauro dello stesso castello, 6 milioni, Santa Maria di Siponto, 11 milioni, il parco archeologico Ipogei Capparelli, 1 milione 300mila, l’ex convento San Francesco (800mila), San Giovanni Rotondo (museo “Capuano”, 700mila, l’Ospedaletto di San Pio, 1 milione).

 

Nel Brindisino, fari accesi sull’area archeologica di Egnatia (1 milione di euro) a Fasano. Saranno spesi 6 milioni a Taranto perché abbia un aspetto dignitoso l’ex convento Sant’Antonio. Si conclude in bellezza dalle parti della Bat con Castel del Monte, l’Empire state building in salsa pugliese: 3 milioni di euro. La stazione appaltante per eccellenza, come prevedono le regole del gioco, sarà la Regione, che curerà il maquillage di quarantatré “attrattori culturali”; quanto agli altri undici beni promossi e da rimettere in sesto, sarà compito del ministero di Bray darsi da fare.

 

Il vicepresidente della giunta Vendola, Angela Barbanente, che ha anche la delega ai beni culturali, non sta più nella pelle per la gioia: «Quella che arriva da Roma è una notizia bellissima. Abbiamo sgobbato tanto, ma alla fine siamo riusciti a ottenere un grande successo. Ecco perché sono soddisfatta». Delle quattro regioni meridionali che finiscono sotto la lente d’ingrandimento del Mibac, quella governata dal rivoluzionario gentile porta a casa il miglior risultato: esattamente, 113 milioni 556mila 512 euro. Precede Campania (quasi 62 milioni), Calabria (35 milioni) e Sicilia (circa 22 milioni).

Bray sarà pure generoso, ma non per questo ammette errori: la «revoca dell’assegnazione del contributo» scatterà inesorabile come una mannaia se «i soggetti beneficiari non avranno provveduto all’avvio delle procedure di evidenza pubblica entro il 30 settembre» di quest’anno. Sì, insomma, il difficile comincia adesso.











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