giovedì 28 novembre 2024


05/09/2013 08:54:51 - Manduria - Attualità

«Gli ospiti della casa di accoglienza “San Gregorio Magno” sono diventati la mia seconda famiglia»

 
«Gli ospiti della casa di accoglienza “San Gregorio Magno” sono diventati la mia seconda famiglia… Da dieci anni» ci racconta Anna Perrone, «non ho saltato un solo giorno nella mia opera di volontariato. Neppure a Pasqua o a Natale».
Anna Perrone e Nino Ponno sono stati insigniti del “Premio San Gregorio Magno”, un riconoscimento istituito sei anni fa dal comitato per i festeggiamenti del santo patrono, da attribuire a manduriani che si sono distinti nel campo della medicina, dello sport, della cultura, della denuncia e promozione del territorio, della finanza e che, quindi, con la loro opera hanno portato lustro al vessillo della città.
Quest’anno il comitato che attribuisce il riconoscimento ha voluto rimarcare l’oscura opera delle decine di volontari che, alternandosi fra loro, sono a servizio, tutti i giorni dell’anno, dei più poveri, preparando loro e consegnando un pasto caldo nella sede della casa dell’accoglienza.
«La casa dell’accoglienza fu fondata 17 anni fa, quando, ovvero, l’arciprete della città era don Teodoro Tripaldi» ricorda Nino Ponno. «Prima di allora, attraverso il Gruppo della Caritas, eravamo impegnati a portare un pasto caldo alle famiglie degli indigenti solo nei giorni di domenica. Accadeva, però, che per vari motivi il pasto arrivasse freddo. Grazie allo spirito “avventuroso” di don Teodoro, si decise, allora, di istituire una casa dell’accoglienza».
Una eccezionale intuizione che andava a colmare una lacuna della città. Intuizione che è diventata sempre più preziosa quando, negli ultimi anni, la crisi economica è cresciuta e molte famiglie si sono ritrovate senza alcun mezzo di sussistenza.
«Inizialmente avevamo preso in fitto un locale in via Omodei» prosegue Anna Perrone. «Poi ci rendemmo conto che, per pagare il fitto, non potevamo distrarre risorse preziose da un bilancio già di per se asfittico. Così adeguammo l’attuale sede, sfruttando dei locali delle Opere Parrocchiali».
La prima fase fu la più difficile.
«Le difficoltà maggiori sono chiaramente di natura economica. Ricordo che nei primi tempi fu essenziale l’aiuto dei Lions, che ci fornirono la cucina, le suppellettili e la scrivania. Nel corso degli anni» prosegue Nino Ponno, «tante associazioni e benefattori ci hanno aiutato. C’è chi ci dona il vino, chi le uova, chi il pane. C’è una dottoressa di San Marzano che ogni anno ci fa un dono cospicuo in derrate alimentari. Ma è capitato anche ai noi volontari di dover mettere mano al portafogli».
In 17 anni questo servizio non è saltato neppure per un giorno. Tanti volontari si alternano: chi come addetti alle cucine, chi come addetti al servizio, chi come controllo.
«Siamo confusi e meravigliati» è stato il commento di Anna Perrone e Nino Ponno, mentre ricevano, in chiesa Matrice, il riconoscimento dalle mani dell’arciprete mons. Franco Dinoi e del sindaco Roberto Massafra. «Ma è un premio che vogliamo condividere con tutti gli altri volontari».










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