E’ in programma domani
Una riunione dei capigruppo per cercare di trovare una soluzione all’empasse che si è venuto a creare in merito alla composizione delle Commissioni Consiliari.
Credendo sia improbabile che si possa attendere un’altra seduta del massimo consesso elettivo per venire a capo del problema (il Consiglio si è riunito venerdì scorso e difficilmente potrà esserci un’altra seduta entro questa settimana), forse la via più semplice e breve è quella di coinvolgere sull’argomento tutti i capigruppo.
Quello delle Commissioni si sta trasformando in un … parto alquanto doloroso.
Si è partiti dall’indicazione del Regolamento sul numero dei componenti: un terzo del Consiglio Comunale. Essendo 24 i consiglieri eletti nel giugno scorso, le Commissioni, quindi, dovrebbero essere composte da 8 consiglieri.
Si sono subito posti, però, due problemi: quello di consentire a tutti i gruppi di avere almeno un rappresentante nelle Commissioni e quello di garantire la maggioranza all’interno di ognuna di esse alla coalizione che amministra la città. Problemi concatenati e sulla carta irrisolvibili. I gruppi consiliari sono infatti 8: 4 di maggioranza e 4 di minoranza. Se ognuno esprime un proprio rappresentante, nelle Commissioni non ci sarà più una maggioranza e una minoranza. I lavori rischiano a quel punto di incagliarsi di fronte a votazioni in cui sistematicamente si registrerà una parità assoluta fra consensi e dissensi.
Si è allora deciso di portare a 9 il numero dei consiglieri (5 per la maggioranza e 4 per la minoranza), ma si è voluto nello stesso tempo non gravare sulle già esigue disponibilità finanziarie del Comune con l’onere di un nono gettone di presenza da prevedere per le 6 Commissioni: era stato inizialmente concordato, infatti, di ridurre del 20% il compenso per i componenti delle Commissioni, in modo da non sforare il costo complessivo previsto per ogni seduta.
Il Pd, però, ha eccepito, nell’ultima seduta del Consiglio, sulla decisione di penalizzare tutti i consiglieri per garantire il nono gettone di presenza. Non crediamo si sia trattato di una speculazione per il taglio di quei 2-3 euro a testa, bensì di una manovra di tipo politico per mettere in difficoltà la maggioranza. Manovra che ha prodotto il proprio effetto, considerato che il presidente del Consiglio ha dovuto immediatamente revocare i decreti di nomina delle sei Commissioni appena firmati.
Occorre, però, non dimenticare che se l’attività delle Commissioni resta paralizzata, molti provvedimenti non postranno essere portati all’esame del Consiglio Comunale. Oppure potrebbero essere ugualmente varati, impedendo però ai consiglieri di partecipare attivamente alla loro stesura nella fare preparatoria.
A questo punto, come accade in ogni democrazia, forse è opportuno che nella seduta dei capigruppo si formulino delle proposte e si pongano ai voti. Quella più suffragata (a nostro avviso la migliore è quella inizialmente scelta) si adotti al più presto, per consentire alle Commissioni di avviare i lavori.