E’ stato inviato alla Procura dall’associazione Argo
Esposto-denuncia contro il Comune di Manduria che non avrebbe eseguito una serie di ordinanze e provvedimenti nei confronti di un canile privato.
A rivolgersi alla Procura della Repubblica è l’associazione animalista Argo, la quale chiede le ragioni per il quali il Comune è stato inadempiente.
«Espongo alla Procura, per gli interventi di competenza, la situazione di illegittimità che si è venuta a determinare nella città di Manduria per la mancata applicazione, finora, da parte dell’Amministrazione Comunale della determina del dirigente dell’Area Tecnica del 5 febbraio del 2013, che disponeva il divieto di svolgere il servizio di custodia e di mantenimento dei cani nel canile privato realizzato dall’associazione “Euro 2000” e di restituire i cani appartenenti ad altri Comuni entro cinque giorni» è riportato nell’esposto che reca la firma di Angela Dimilito, presidente di Argo. «Nonostante il Tar di Lecce, il 27 febbraio scorso, abbia respinto la domanda cautelare di sospensione del provvedimento: il Tribunale Amministrativo ha disposto che l’ordinanza fosse eseguita, ma ciò non è avvenuto».
Angela Dimilito ricorda, inoltre, come sia «rimasta ineseguita anche la successiva ordinanza del commissario straordinario dell’8 marzo scorso, la quale prevedeva anche la rimozione di tutte le strutture precaria utilizzate per l’espletamento del sevizio di custodia, in conseguenza della revoca della convenzione stipulata l’1 febbraio 2007 tra l’Amministrazione Comunale di allora e l’associazione “Euro 2000”, che appunto prevedeva che il Comune, in caso di risoluzione del contratto, potesse ordinare la smobilitazione della struttura in questione. Infine, ad integrazione di questa ordinanza, ne è stata emessa un’altra il 23 maggio, che fa riferimento alla mancanza del prescritto nulla osta sanitario quale condizione necessaria e preliminare per l’attivazione e la gestione di qualsiasi canile, pure questa rimasta ineseguita».
Nell’esposto l’associazione “Argo” esprime le proprie perplessità sulla vicenda.
«A prescindere dalle motivazioni che hanno indotto ad emanare questi provvedimenti, che sono stati ritenuti legittimi dal giudice amministrativo, sia pure in via incidentale, e quindi pienamente validi ed efficaci, non si comprendono le ragioni che impediscono l’esecuzione degli stessi, che restano colpevolmente ineseguiti».
Nella seconda parte dell’esposto si contesta anche l’orientamento dell’Amministrazione ad alienare l’attuale canile-rifugio e a valutare l’ipotesi di riprendere in considerazione il contratto precedentemente sottoscritto con “Euro 2000”.
«La scelta dichiarata in Consiglio Comunale dall’attuale assessore ai Lavori Pubblici, in quanto l’attuale canile-rifugio non rispetterebbe la distanza di 500 metri dall’abitato, è del tutto opinabile» sostiene la presidente Angela Dimilito. «L’attuale canile comunale esiste da molti anni e verosimilmente prima della costruzione delle poche abitazioni ora esistenti. Ci si chiede perché, dopo che ha operato tanto tempo, ci si accorge soltanto adesso di tale ubicazione».