giovedì 28 novembre 2024


21/09/2013 10:01:01 - Manduria - Attualità

La volumetria della discarica di contrada “Chianca”, cui confluiscono i rifiuti di ben 17 comuni della provincia di Taranto, sta per esaurirsi

La volumetria della discarica di contrada “Chianca”, cui confluiscono i rifiuti di ben 17 comuni della provincia di Taranto, sta per esaurirsi. Probabilmente sarà ricettiva ancora per due o al massimo tre mesi. Se non saranno adottati dei provvedimenti con una certa celerità, per i 17 comuni dell’ex Ato Ta 3 (ovvero Avetrana, Fragagnano, Grottaglie, Manduria, Monteiasi, Sava, Carosino, Faggiano, Leporano, Lizzano, Maruggio, Monteparano, Pulsano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico, San Marzano di San Giuseppe e Torricella) si rischia una pericolosa emergenza-rifiuti.
Da tempo si discute su un’opzione richiesta da “Manduriambiente”, la società che ha in gestione la struttura: il sopralzo dell’impianto. Alla base della richiesta una querelle che si trascina da anni. Non essendosi concretizzato per vari motivi l’invio della parte secca ai termovalorizzatori, inevitabilmente la volumetria della discarica si esaurirà prima del previsto, in quanto parte di essa è occupata dalle eco-balle di frazioni secche dei rifiuti, che sono state stoccate all’interno di essa.
Ciò ha falsato i piani di ammortamento elaborati dall’azienda, che ha dunque concretizzato, attraverso l’invio di atti giudiziari, una consistente richiesta di ristoro. L’ultima di cui abbiamo notizia ammonta a ben 23 milioni di euro complessivi per i 17 Comuni dell’allora Bacino Ta 3: si passa dai 4 milioni 744.000 euro che sarebbero dovuti da Manduria ai 178.000 euro dovuti da Monteparano. Ma crediamo che questa somma è sicuramente lievitata, non foss’altro che per gli interessi nel frattempo maturati.
Se il Tribunale dovesse considerare legittima la richiesta di ristoro da parte di “Manduriambiente” (come è molto probabile), diversi Comuni interessati rischierebbero la “bancarotta”.
Ecco perché, nel corso degli anni, è stata avanzata una proposta alternativa. Recuperare la volumetria esaurita a causa dello stoccaggio delle ecoballe di frazione secca attraverso il sopralzo dell’impianto. In tal modo si annullerebbe automaticamente la richiesta di ristoro di “Manduriambiente”.
Tale progetto, a dir la verità, prevede anche altri interventi: la realizzazione della linea di biostabilizzazione e di selezione dei rsu, la linea di produzione del cdr, l’impianto di compostaggio con annessa la discarica di servizio/soccorso.
Come è facile da immaginare, l’unico Comune che si è sempre opposto al progetto che prevede il sopralzo della discarica è quello di Manduria. Almeno per questo aspetto, ambientalisti e forze politiche sono sempre state d’accordo nel rifiutare il “baratto”. A differenza di tutti gli altri 16 Comuni, che hanno invece il massimo interesse affinchè il progetto vada in porto.
Come spesso accade, la burocrazia rallenta gli iter, impedendo l’individuazione di soluzioni alternative. Mai, ad esempio, è stato elaborato un programma per la gestione futura dello smaltimento dei rifiuti, che parta dal potenziamento della differenziata e arrivi, comunque, all’individuazione di un sito in un altro dei 16 comuni, per la creazione di un’altra discarica.
Intanto il tempo trascorre e il rischio di una emergenza-rifiuti è ora davvero dietro l’angolo.










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