Lettera aperta a Roberto Massafra dal Comitato per la Difesa del Territorio e del Mare di Avetrana
«Non è vero che per delocalizzare il depuratore consortile occorrano molti anni. Il sindaco di Manduria prenda a cuore non solo la lotta per evitare lo scarico nel mare dei reflui. Accettare di far realizzare quel depuratore lungo la strada Tarantina, ad un chilometro dal mare, accanto ad una zona residenziale e ad una Riserva Naturale è un crimine, che nessuna persona di buon senso approverebbe».
Il Comitato di Avetrana per la Difesa del Territorio e del Mare ritorna a chiedere la delocalizzazione del depuratore. Lo fa, questa volta, con una lettera aperta indirizzata al sindaco di Manduria, Roberto Massafra, e al presidente del Consiglio Comunale della stessa città. Nicola Dimonopoli. Lettera che viene firmata non solo dal presidente del Comitato, Pino Scarciglia, ma anche dal sindaco di Avetrana, Mario De Marco, che poco più di un mese fa, nel corso di un dibattito pubblico che si tenne a Torre Colimena, aveva invece espresso il proprio scetticismo sulla possibilità che si possa ancora cambiare l’ubicazione dell’impianto.
«Il divieto dello scarico a mare e il sito del depuratore sono criticità che devono andare di pari passo» è riportato nella lettera aperta. «Sono due negatività da risolvere. Sinora la Regione è stata insensibile verso le nostre proteste. È sempre mancata la volontà politica, che invece era tesa ad appaltare quanto prima i lavori.
Noi siamo convinti che per delocalizzare il depuratore non occorrano molti anni (dai 7 ai 10 anni). Per spostare il sito del depuratore più all’interno non bisogna riavviare la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale perchè questo iter è previsto solo in determinate circostanze. Quando ad esempio sono interessati più di 100 mila abitanti, si sia in prossimità di siti protetti o di siti di importanza comunitaria. Pertanto, se si dovesse optare per un altro sito (per esempio, tra Sava e Manduria o comunque più lontano dalla costa), non occorrerebbe una nuova V.I.A.. Senza considerare, poi, che si annullerebbe il rischio idrogeologico che esiste nella zona attualmente scelta e l’enorme risparmio economico che ne deriverebbe da un sito più vicino a Sava e Manduria».
Il Comitato pungola quindi Massafra.
«Noi siamo convinti che si possa trovare, ancora, una soluzione condivisa, sia per lo scarico a mare che per la delocalizzazione del depuratore. Come siamo anche convinti
e decisi che il territorio non accetterà mai e poi mai l’attuale progetto.
Noi vogliamo il depuratore! Non accettiamo questo depuratore! Noi chiediamo, semplicemente, un depuratore che non scarichi nulla a mare e che venga realizzato nell’entroterra. Più vicino ai luoghi di produzione. In modo da salvaguardare le esigenze legittime dei territori interessati: Manduria per la tutela del suo meraviglioso mare e delle Riserve Naturali, Avetrana per la sua zona residenziale e Sava per la sua salute pubblica.
Quindi, dott. Massafra, faccia tutto il possibile, per essere ricordato, dalle future generazioni, come il sindaco che ha saputo fermare un’opera scellerata voluta da altri. E non come il sindaco dello scempio».