«Avevamo 20 giorni per decidere e la nostra è stata una scelta in buona fede, la stessa che avrebbe fatto un buon padre di famiglia nella gestione delle economie familiari»
Gestire direttamente o affidare il servizio di riscossione dei tributi ad un’azienda specializzata?
E’ stato il tormentone dell’estate manduriana, la prima dell’era-Massafra. Un dibattito acceso, che ha diviso le forze politiche e che ha avuto un’appendice domenica sera all’aperto, in piazza Commestibili, su iniziativa del movimento “Giovani per Manduria”.
«La Censum, che ha in affidamento il servizio, ha accertato un’evasione fiscale relativa alla raccolta dei rifiuti di circa un milione e 200.000 euro» ha annunciato il vice sindaco, con delega alle Finanze, Nicola Muscogiuri. «L’evasione è riferita all’anno 2007 e ci fa sperare che anche per gli anni seguenti il Comune possa recuperare e introitare altre somme importanti dalla lotta all’evasione e all’elusione fiscale».
Muscogiuri ha voluto rimarcare il frutto dell’impegno di quest’azienda e, di riflesso, la bontà della scelta dell’Amministrazione Comunale.
«Avevamo venti giorni a disposizione per prendere una decisione: gestire direttamente il servizio o affidarlo ancora alla Censum?» ha ricordato il sindaco Roberto Massafra. «In venti giorni, se si fosse optato per la gestione diretta, avremmo dovuto potenziare l’Ufficio Tributi con nuovo personale con professionalità specifiche (da reperire in un organico che è ridotto all’osso) e dotarlo dei software necessari. In così poco tempo sarebbe stata un’impresa titanica, che poteva fallire, perché avremmo dovuto affidare ad un Ufficio, che non conoscevamo ancora bene, un impegno estremamente gravoso. Non dimentichiamo che già dal 2006, con l’Amministrazione-Massaro, si decise di affidare all’esterno questo servizio e in quella delibera si sosteneva che l’organico comunale (che in quell’anno era in numero decisamente superiore) non avrebbe potuto supportare una scelta simile.
Ma c’è poi un altro aspetto importante. Nel contratto che io ho ereditato, si paventava già la conferma del rapporto con la Censum anche nel caso di modifica dei tributi, che sono passati da Ici a Imu e da Tarsu a Tares. Avremmo rischiato un pericoloso contenzioso. La nostra è stata una scelta in buona fede, la stessa che avrebbe fatto un buon padre di famiglia nella gestione delle economie familiari».