Santoro: «Grazie all’affinamento delle acque e al loro riuso a fini irrigui, abbiamo creato una nuova sorgente»
Nei pressi di Fasano, in contrada Forcatella, funziona già un impianto verso il quale tendono parte degli ambientalisti contrari allo scarico a mare dei reflui del depuratore. Un impianto che sanifica i reflui, che produce circa 350.000 metri cubi di acqua all’anno e che serve 51 aziende agricole della zona, per complessivi 350 ettari di terreno (il 41% di uliveti, il 29% di ortaggi e il 30% di coltivazioni miste).
«Abbiamo creato una nuova sorgente naturale» ha spiegato Oronzo Santoro, parlando dell’esperienza di “AquaSoil” a Fasano. «Perché gettare tutta quest’acqua a mare?».
“AquaSoil” è una società di progettazione e gestione di servizi integrati in campo ambientale, che ha maturato una solida esperienza nell’affrontare e nel risolvere le problematiche inerenti la gestione del territorio e dell’ambiente, anche in relazione alla presenza di potenziali rischi ambientali.
Nel corso di un dibattito promosso dalla Lista Girardi-Tutti Insieme per Manduria (moderato dall’ing. Antonio Curri), Santoro ha illustrato, avvalendosi anche di slide, l’esperienza a Fasano dell’azienda che rappresenta.
«I depuratori non devono generare scarichi, ma creare nuove sorgenti» è il concetto dal quale è partito Santoro, che poi si è soffermato sulla descrizione dell’impianto, che funziona attraverso le fasi di trattamento, di accumulo e di compensazione.
Una volta affinata, l’acqua viene convogliata attraverso la rete di distribuzione, che è sezionata da una elettrovalvola principale di regolazione a tre vie che consente di gestire la consegna alternativamente in rete bassa e rete alta o contemporaneamente. Ulteriori valvole di sezionamento a funzionamento manuale sono disposte in vari punti della rete di distribuzione e consentono di ottimizzare l’erogazione in relazione a specifici rami di rete.
Moderati anche i costi sostenuti per sanificare acqua che potrebbe essere equiparata a quella che beviamo: appena 20 centesimi di euro per metro cubo. Costi che vengono ammortizzati, in parte, dai fruitori dell’impianto, ovvero dalle aziende agricole, e in parte dagli enti pubblici.
Una risorsa che sarebbe utilissima, in periodi di piovosità, a fronteggiare situazioni di estremo impoverimento delle risorse idriche, di deficit idrologico, ovvero di degrado qualitativo della risorsa idrica sotterranea a causa di fenomeni di contaminazione salina.