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28/10/2013 10:13:20 - Manduria - Attualità

Per l’impianto di affinamento delle acque e per la riattivazione dell’impianto di irrigazione, allo stato attuale, esiste solo un atto di indirizzo per lo stanziamento dei fondi

La condotta sottomarina si farà. L’impianto di affinamento delle acque depurate (2 milioni e 800.000 euro) e l’adeguamento delle opere attualmente gestite dal Consorzio dell’Arneo finalizzate all’utilizzo della risorsa derivabile dall’impianto ad usi irrigui (un milione e 560.000 euro) saranno finanziati con le economie rivenienti dal POR Puglia e dal FAS 2000-2006. In altri termini, c’è la volontà di realizzare queste altre due opere, ma non sono stati stanziati ancora i fondi.
E’ in sostanza questa la risposta che il capo di gabinetto del governatore Vendola, Davide Pellegrino, ha fornito al sindaco Roberto Massafra sulla vertenza-depuratore. La Regione Puglia intende comunque realizzare lo scarico a mare, come soluzione del recapito delle acque in alternativa al riuso irriguo nei periodi particolarmente piovosi, ma promette pure (perché i soldi accantonati, da quel che si legge nella lettera, ancora non ci sono), di affinare i reflui e di rendere nuovamente utilizzabile l’impianto di irrigazione dell’Arneo.
Nessun passo in avanti, insomma, anche perché Davide Pellegrino fa un riferimento non molto chiaro relativamente alla proposta di sversare le acque eccedenti rispetto al fabbisogno agricolo in pozzi sperdenti, utili anche per arginare l’intrusione salina nelle falde.
«Lo strumento di programmazione regionale in materia, il Piano di Tutela delle Acque individua quale recapito finale dell’impianto consortile a servizio di Manduria, Sava e marine di Manduria il corpo idrico superficiale “Mare Ionio”, con previsione aggiuntiva di riutilizzo delle acque per la riqualificazione diretta ed indiretta della falda interessata da fenomeni di intrusione salina e per la riduzione dell’impatto dello scarico a mare, anche con riferimento alla presenza di aree SIC» si legge nella prima parte della lettera inviata a Roberto Massafra.
Riteniamo possa, insomma, essere un contro senso. Se viene previsto il riutilizzo delle acque per la riqualificazione diretta della falda interessata da fenomeni di intrusione salina, perché prevedere anche lo scarico a mare? Nei periodi invernali, quando potrebbe non esserci richiesta di acqua per l’irrigazione delle campagne, i reflui sanificati potrebbero essere scaricati, attraverso i pozzi sperdenti, nelle falde e, di conseguenza, non vi sarebbero mai delle emergenze.
«Ogni eventuale nuova proposta di modifica del recapito finale alternativo al mare con condotta, laddove non già oggetto di valutazione nell’ambito del procedimento V.I.A. scontato, non può che essere rimessa alle valutazioni tecniche di competenza» aggiunge Pellegrino. «Quanto alla necessità di acquisire rassicurazioni ufficiali circa l’“affinamento delle acque depurate, in modo da renderle idonee all’uso agricolo”, si ritiene che gli atti di programmazione e di indirizzo esistenti, per non parlare della copiosa corrispondenza intercorsa con gli uffici regionali, possano considerarsi più che sufficienti, atteso che, da ultimo, con deliberazione n. 1236 del 12 giugno 2012 la Giunta Regionale, con un atto di indirizzo, ha confermato formalmente la volontà di realizzare l’impianto di affinamento nonché l’intera rete di distribuzione».










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