giovedì 28 novembre 2024


09/11/2013 17:23:29 - Manduria - Attualità

«Sbaglia chi pensa che si tratta di uno strumento per bloccare l’edilizia. Vuole invece tutelare il territorio migliorando l’edilizia stessa»

«Abbiamo voluto tutelare e riqualificare il nostro territorio. Sbaglia chi immagina ad un Piano Paesaggistico contenente solo vincoli e freni per l’attività edilizia. E’ invece lo strumento che pone le basi per concretizzare azioni programmatiche di riqualificazione urbana, di integrazione tra paesaggio e insediamenti, di miglioramento della qualità edilizia stessa».
Angela Barbanente, vice presidente della Regione Puglia con delega all’Urbanistica, ha illustrato anche a Manduria il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (il primo in Italia e dunque un modello per le altre Regioni), difendendolo da quelle che ritiene delle critiche pre-concette. L’occasione è stata fornita da una iniziativa promossa dalla sezione di Manduria di Legambiente, insieme al Comune.
Dopo gli interventi di introduzione di Fulvio Perrone, attivista di Legambiente, e dell’arch. Delle Foglie (che si è soffermato sugli indirizzi del Piano), Gregorio Perrucci ha moderato il dibattito.
«Dopo anni di espansioni inutili verso le periferie dei centri abitati, in cui da un canto si realizzavano nuove volumetrie in zone senza servizi e dall’altro si svuotavano i centri storici, vogliamo fermarci, evitando di consumare inutilmente altro terreno. Anche perché ora siamo costretti a rimediare con i soldi pubblici (ovvero con le nostre tasse), per dotare queste nuove aree delle opere di urbanizzazione primaria» ha ricordato l’assessore Barbanente. «Il nostro obiettivo è stato quello di fermare il consumo smodato di terreno fertile e di riscoprire, nel contempo, la cultura del paesaggio e la consapevolezza dei grandi valori identitari di questo territorio. Vogliamo riappropriarci del territorio ma per riqualificare periferie e contorni urbani, fasce costiere, campagne, nonché per prevedere la mobilità dolce. Non vogliamo bloccare l’edilizia, ma vogliamo far costruire in modo diverso».
Barbanente ha anche stimolato il Comune a dotarsi, dopo 40 anni, di un proprio strumento urbanistico.
«Ci possono essere sicuramente delle rettifiche» ha dichiarato l’assessore regionale. «Associazioni o privati possono inviarci delle osservazioni. Anche perché la scala del territorio utilizzata a livello regionale non è uguale a quella che si utilizza a livello locale. Ecco perché il Comune ha il dovere di approvare il proprio strumento urbanistico, che deve essere adeguato al Piano Paesaggistico Regionale ma che può correggere qualche imprecisione. Con il PPTR non potevamo colmare, a Manduria, lacune urbanistiche di 40 anni…».











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