«E’ per tutti conveniente confrontarsi sulle proposte che abbiamo da tempo formulato, prima di assumersi la responsabilità di procurare danni ambientali ed economici difficilmente reversibili»
Nonostante la lettera che il capo di gabinetto del governatore Vendola ha inviato al sindaco Massafra, che contiene una nuova chiusura sulla possibilità di eliminare lo scarico a mare dal progetto del depuratore consortile, il comitato “No scarico a mare” rimarca nuovamente l’importanza della “difesa e del recupero qualitativo della risorsa idrica sotterranea, dell’utilizzo di risorse idriche aggiuntive per l’irrigazione durante i periodi di siccità e del contenimento dei processi di intrusione salina a ridosso della costa ionica”, che costituiscono la parte sostanziale dello studio effettuato dai docenti universitari Mario Del Prete e Angelo Caliandro.
«Nelle particolari condizioni di Manduria e Specchiarica, il recapito in mare è eccessivamente oneroso rispetto ai benefici ambientali conseguibili con lo scarico in altro corpo recettore, individuato nel quadro geologico ed idrogeologico esistente, per non parlare del risparmio derivante dall’eliminazione della condotta sottomarina, anch’essa di per sé elemento di turbativa ambientale» è riportato in una lettera che il comitato ha inviato a Vendola. «Infatti la presenza di calcareniti fessurate permeabili permette lo smaltimento e la filtrazione dei reflui negli strati superficiali del sottosuolo con possibilità di smaltire notevoli portate».
Il comitato ricorda, inoltre, come l’art. 103 del D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006, in materia di scarichi sul suolo, pur nel principio generale di divieto degli scarichi di acque reflue sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, prevede delle eccezioni allo stesso nei casi “di eccessiva onerosità a fronte di benefici ambientali conseguibili…”.
«Salvaguardare le spiagge e l’habitat costiero è un’incontrovertibile evidenza di vantaggio ambientale» sostiene il comitato. «Le popolazioni residenti manifestano giuste inquietudini sugli effetti di alterazione dell’equilibrio dell’area SIC di Specchiarica, delle spiagge e dei litorali di Torre Colimena, S. Pietro in Bevagna e Campomarino, non riuscendo a spiegarsi perché non si possa applicare la citata normativa e deliberare la variazione allo scarico finale previsto dal Piano Acque per il costruendo impianto.
A fronte di tali giuste rivendicazioni, il comitato, avvalendosi dei suoi consulenti tecnici e giuridici, insiste ancora una volta che si dia attuazione alla deroga prevista dall’art. 103, ribadendo a tal proposito che l’uso di pozzi sperdenti in zona non satura, non solo ha la funzione, condivisa anche dagli uffici regionali, di arginare i processi d’intrusione salina ma si considera a tutti gli effetti un’efficace alternativa al recapito finale previsto dal piano, rientrando nella tipologia di scarico al suolo, in caso di palesi vantaggi ambientali.
Il Comune ha manifestato la disponibilità di mettere a disposizione 100 ettari anche per la realizzazione di pozzi di dimensioni drenanti sufficienti ad assorbire i picchi di portata dei fuori servizio».