«Non è giusto erogare contributi solo alle famiglie numerose con figli esclusivamente minorenni. Se alcuni sono maggiorenni e non hanno un lavoro, chi aiuta queste famiglie?»
A lamentarsi di una condizione inserita nel bando per l’erogazione di contributi pubblici alle famiglie numerose (con almeno 4 figli), è una studentessa di Manduria, che, per rispettare la sua privacy, chiameremo Maria.
«Io vivo in Abruzzo perché studio all’Università, essendo iscritta al quarto anno» scrive Maria in una lettera aperta indirizzata al sindaco Roberto Massafra. «La mia famiglia è formata dai miei genitori e da cinque figli, di cui tre minori e due maggiorenni. I miei
genitori non lavorano più e i sacrifici che fanno per noi solo Dio li conosce...».
Alla pubblicazione del bando per l’erogazione dei contributi destinati alle famiglie numerose, la famiglia di Maria ha creduto di poter usufruire, finalmente, di un aiuto.
«Quando abbiamo visto pubblicare il bando per le famiglie bisognose e numerose ho pensato: “Solo Roberto Massafra poteva fare una cosa del genere”. E ancora: “Che bello: sembra un Babbo Natale”. Ma quando abbiamo letto il bando, ci è caduto un blocco di ghiaccio in testa. Quel bando è per le solite persone, per quelle che vanno ogni giorno ad importunare gli amministratori, per quelli che hanno fatto i figli come conigli e che chiedono contributi a vita. Non veramente per le famiglie che, di colpo, si trovano dalle stelle alle stalle. Io voglio raggiungere il mio sogno laureandomi. Quindi, sapendo che i miei genitori possono fare poco o nulla, la sera lavoro in un bar, il pomeriggio faccio la baby sitter e prendo tre euro all’ora. Cerco di tirare anche se alcuni giorni non mangio. In questo mese ho da pagare l’affitto le bollette e in più eccola: come ogni anno, arriva la tassa d’iscrizione (500 euro), altrimenti non posso più frequentare. Mio fratello non può più continuare gli studi: la mia famiglia non se lo può permettere. Mia sorella, che frequenta un linguistico, non può andare a Londra, non in gita ma a perfezionare la lingua con la classe, perché costa 600 euro. Mia madre deve ancora pagare in cartolibreria i libri scolastici di mia sorella, per un totale di 250 euro. Il nostro coefficiente Isee arriva a mala pena a 3000».
Purtroppo, però, il bando non prevede aiuti a famiglie numerose che hanno figli maggiorenni. Crediamo perché così disposto dalla legge. Ma lo sfogo di Maria è comprensibile.
«Ma qualcuno è convinto che, diventando maggiorenni, si ha diritto automaticamente ad un lavoro? Anche se per legge siamo maggiorenni, di fatto, è come se tutti fossero sempre minorenni perché si continua a gravare sulla famiglia e non certamente per propria scelta».