Ecco quanto incideranno sui contribuenti gli aumenti deliberati nel precedente Consiglio Comunale
Arriva in Consiglio Comunale il Bilancio di previsione per il 2013. Sarà sottoposto all’esame del consesso elettivo nella mattinata di lunedì. Ma prima della sua discussione e dopo l’analisi delle interrogazioni e delle interpellanze, vi è un punto all’ordine del giorno che potrebbe consentire al contribuente manduriano di essere esentato dal pagare un’ennesima tassa. Al Consiglio, infatti, sarà proposto di apportare una modifica alla delibera sulla determinazione delle aliquote Imu, già approvata il 26 novembre scorso. I contribuenti sperano che l’Amministrazione “tagli” l’aumento dell’Imu da applicare sulla seconda rata della prima casa. Senza quest’aumento, infatti, i proprietari di abitazioni non di lusso sono esentati dal pagare la seconda rata sulla prima casa dell’Imu, dovuta, invece, dai contribuenti di quei Comuni in cui si è applicato un aumento rispetto al 2012.
Aumenti purtroppo già varati per le altre aliquote, che genereranno un esborso non indifferente per i contributi.
Facciamo qualche esempio. Relativamente alla Tarsu, la tariffa di un’abitazione con residenza di 130 mq passa da 182 del 2012 a 222 del 2013 del 22% circa. Lo stesso dicasi per una casa di circa 100 mq detenuta a mare, con uso discontinuo: nel 2012 il proprietario ha pagato 98 euro, mentre nel 2013 pagherà 120 euro. L’incremento percentuale è uguale anche per le attività commerciali e gli studi professionali, ma il maggior dazio lo pagheranno le attività industriali per i loro fabbricati: per un capannone di 1000 mq, se nel 2012 l’impresa ha pagato 2.852 euro, nel 2013 il salasso sarà di 3.476 euro.
Aumenti anche per l’addizionale comunale. Mmentre in passato il meccanismo delle aliquote era a fasce di reddito, con l’aliquota più bassa allo 0,5% per poi incrementare all’aumentare del reddito fino allo 0,8%, adesso esiste una sola aliquota per qualsiasi reddito, ossia lo 0,8% per tutti. E’ stata mantenuta solo la soglia di esenzione per i redditi minori a 7.00 euro.
Questo a danno sicuramente dei redditi medio bassi, che sono quelli più diffusi nel nostro substrato sociale. Per cui un contribuente titolare di un reddito imponibile di 20.000 euro, con il vecchio regime avrebbe pagato 105 euro di addizionale, mentre con la nuova delibera pagherà 160 euro.
Un contribuente invece con un reddito di 15.000 euro subirà un incremento d’imposta di 45 euro, mentre un soggetto titolare di un reddito di 50.000 euro pagherà soltanto 93 euro in più.
E tutto questo in attesa che la fantomatica IUC si materializzi per poter scoprire quale altra beffa subiranno i contribuenti.