L’unica decisione assunta (il conferimento da parte dell’Organismo di Gestione d’Ambito dell’incarico a due topografi di rilevare eventuali volumetrie ulteriormente disponibili nella discarica manduriana) è sembrata ai più innanzitutto tardiva e, poi, molto probabilmente inutile
E’ stato tutto sommato interlocutoria la riunione in Prefettura dell’altro ieri sera dedicata al problema del conferimento dei rifiuti dei 17 comuni dell’ex Ato Ta 3, a seguito dell’esaurimento della discarica di contrada “Chianca”.
L’unica decisione assunta (il conferimento da parte dell’Organismo di Gestione d’Ambito dell’incarico a due topografi di rilevare eventuali volumetrie ulteriormente disponibili nella discarica manduriana) è sembrata ai più innanzitutto tardiva e, poi, molto probabilmente inutile.
Tardiva in quanto la verifica delle volumetrie andava eventualmente eseguita a metà ottobre, quando, ovvero, la società che gestisce la discarica, la “Manduriambiente”, aveva comunicato, con discreto anticipo, il loro esaurimento. In quel momento avrebbe avuto un senso disporre di un quadro completo della situazione al fine di assumere delle decisioni anche a lunga scadenza.
Rischia di essere anche inutile, perché non crediamo che “Manduriambiente” avrebbe avuto motivi particolari per sostenere una cosa non vera. L’avvio dell’iter del sopralzo, infatti, aveva già raggiunto un primo obiettivo (il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale) e non è certamente impedendo ai 17 Comuni dell’ex Ato Ta 3 di conferire i rifiuti nella discarica che si potranno accelerare i tempi per l’indizione e l’espletamento della gara, per l’individuazione del gestore della seconda fase di vita della struttura.
Restano, quindi, irrisolti due problemi di una certa entità: il primo riguarda i maggiori costi che tutti i Comuni dell’ex Ato Ta 3 stanno sopportando per conferire i rifiuti a Massafra (da circa 50 a circa 120 euro alla tonnellata per il solo conferimento, cui poi bisogna aggiungere il costo del trasporto, che per Manduria pare incida in circa 700 euro al giorno); il secondo la legittima protesta del Consiglio Comunale di Massafra, che non intende trasformare la propria discarica in “pattumiera” di tutta la provincia.
Poiché l’iter per l’aggiudicazione della gara per la gestione del sopralzo e, poi, l’esecuzione dei relativi lavori che prevedono anche il completamento funzionale della struttura, è molto lungo (potrebbe aggirarsi fra l’uno e i due anni), serve assumere una decisione subito, prima ancora che scadano i due mesi di conferimento a Massafra.
Forse occorrerebbe andare oltre la gestione provinciale del problema, per verificare se dalla parte del Salento (ad esempio Brindisi), vi siano discariche disponibili ad accettare i rifiuti dell’ex Ato Ta 3, in attesa dell’inevitabile sopralzo di quella di Manduria.