Il Movimento rilancia però la vertenza in atto
«Prendiamo le distanze dall’episodio che si è verificato nei giorni scorsi nell’ufficio comunale dei Servizi Sociali: siamo estranei alla vicenda, perché non condividiamo i modi e il gesto scelto per rivendicare il sostegno alle famiglie che hanno difficoltà economica. Forse alla base vi sarà stata l’esasperazione scaturita dalle necessità della gente o da impegni assunti da politici che non sono stati mantenuti».
Pur prendendo le distanze dall’aggressione subita da un’assistente sociale del Comune di Manduria, il Movimento Famiglie Disagiate rilancia la vertenza.
«Il nostro movimento è nato per unire le famiglie che, per vari motivi (la crisi economica generale e quella della nostra città in primis), incontrano gravissime difficoltà ad avere anche i più elementari mezzi di sostentamento» si legge in una nota del movimento che reca le firme di Antonio Balestra, Angelo Albano e Palmo Duggento. «Ci siamo organizzati in associazione con l’intento di dialogare con l’Amministrazione locale (in particolare col sindaco), onde trovare insieme soluzioni concrete alle nostre necessità, senza pesare sulla comunità o sulle casse del Comune stesso: non chiediamo meri aiuti economici, che sono solo palliativi, ma la risoluzione del problema. Ecco perchè ancora una volta si resta in attesa dell’ennesimo incontro o tavolo di concertazione, possibilmente risolutivo.
Pertanto, ribadiamo che il Movimento (composto da ben 52 famiglie) resterà attivo e sosterrà avanti con forza e con costanza le richieste alle istituzioni locali e al governo regionale».