giovedì 28 novembre 2024


14/02/2014 06:49:11 - Manduria - Attualità

Non intende concedere l’abbattimento alle 11 famiglie secondo le disposizioni di una legge regionale e una rateizzazione di 86 mesi

L’Acquedotto Pugliese non ripristina l’erogazione dell’acqua potabile alle 50 famiglie delle tre palazzine di edilizia residenziale pubblica. Il direttore commerciale dell’AQP Donato Marinelli, rispondendo alla richiesta inoltrata dal sindaco Roberto Massafra, è inflessibile. E’ disposto a concedere esclusivamente uno sconto di poco superiore alle 50.000 euro (che corrisponde a poco meno del 30% rispetto al credito vantano, che ammonta a oltre 161.000 euro), ed una rateizzazione del residuo debito in non oltre 36 rate.
Rifiuta, quindi, sia di accordare l’ulteriore abbattimento del 40% alle 11 famiglie che invece dovrebbe godere di questo beneficio previsto da una legge regionale, sia di ampliare a 84 il numero delle rate, così come richiesto dagli inquilini.
Non solo. Nella lettera di risposta al sindaco, Marinelli fa riferimento ad altre due bollette rimaste insolute: la prima, dall’importo di 2.220 euro, che è scaduta il 26 agosto, e la seconda, dall’importo di 1.776 euro, che è invece scaduta il 18 novembre.
Le 50 famiglie sostengono di aver pagato la prima bolletta, mentre cadono letteralmente dalle nuvole per la seconda bolletta.
«Se l’erogazione dell’acqua è stata sospesa nei primi giorni di settembre, come può essere maturato un consumo successivo a quella data?» si chiedono gli inquilini dei 50 alloggi di via per San Pietro in Bevagna.
Sull’argomento, intanto, intervengono anche i parlamentari del movimento 5 Stelle, che chiedono alla Regione di risolvere questa “drammatica”.
«È incredibile che nonostante la crisi che mette a dura prova i cittadini, l’Acquedotto Pugliese continui a tagliare l’acqua a cittadini a cui le Amministrazioni non garantiscono neanche il quantitativo minimo vitale per evitare problemi di igiene» è riportato nella lettera che i grillini hanno inviato a Vendola. «Questa volta è accaduto a 50 famiglie di Manduria, inquilini di edifici popolari gestiti dallo Iacp. E si tratta dell’ennesima situazione che avviene presso case popolari pugliesi dove, per motivi economici, sociali ed anche a causa di una modalità di pagamento che non responsabilizza il singolo utente, si creano situazioni di morosità che si traducono in una privazione di diritti, quale appunto l’impossibilità all’accesso dell’acqua potabile.
La Regione si è dimenticata di questi cittadini che da settembre 2012 non possono usufruire di un servizio di interesse generale, l’acqua, di proprietà della Regione ma gestito da una società per azioni» dichiarano ancora i deputati ed i senatori pugliesi del Movimento 5 Stelle. «L’auspicio è che AqP e la Regione, insieme al Comune ed ai cittadini, possano concordare delle modalità agevolate per il pagamento del debito e che queste non siano così gravose come gli intendimenti già avanzati da AqP, nel pieno disinteresse della Giunta Vendola. Ma ancor più importante è che si garantisca da subito il diritto al minimo vitale di acqua potabile per tutte le famiglie coinvolte per evitare gli ovvi problemi legati all’igiene pubblica. Ma anche per ristabilire un diritto qual è quello dell’acqua. Si tratta di una questione di civiltà».










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