Scartata la proposta del prof. Del Prete, per ritornare allo studio commissionato dall’Amministrazione-Tommasino
L’Amministrazione Comunale di Manduria rilancia lo studio di fattibilità realizzato dall’ing. Carmelo Delli Santi e dal geologo Paolo Muscogiuri come alternativa al recapito in mare delle acque del depuratore consortile.
Nel sito internet del Comune, il giorno dopo che da queste colonne era stata diffusa la notizia della presentazione di una interrogazione del consigliere comunale di maggioranza Arcangelo Durante sugli intendimenti del sindaco nella vertenza-depuratore, è stata pubblicata una missiva, datata 6 febbraio, indirizzata al capo di gabinetto del presidente Vendola, Davide Pellegrino, a firma di Roberto Massafra e dell’assessore ai Lavori Pubblici, Gregorio Curri.
«Facendo seguito alla nostra precedente nota del 9 gennaio, si trasmette copia completa dello “Studio di fattibilità per il riutilizzo delle acque reflue depurate ed affinate (provenienti dal costruendo depuratore consortile), ai fini irrigui, ovvero per la valorizzazione dell’area comunale in contrada Marina e lo smaltimento ultimo mediante trincee drenanti”, redatto dall’ing. Carmelo Delli Santi e dal geologo Paolo Muscogiuri, perché venga ridefinita la progettualità dell’impianto in oggetto, nella parte relativa al recapito finale, evitando, così, lo scarico a mare» si legge nella lettera di Massafra e Curri. «Si rimane in attesa per essere convocati per meglio illustrare la bontà tecnica ed ambientale del ridefinito intervento, non disgiunta da interessi economici che certamente avranno positiva ricaduta sul territorio».
Sin qui la posizione dell’Amministrazione Comunale, che ha dunque scelto di rilanciare quella che era la proposta della precedente Amministrazione-Tommasino e di accantonare, a questo punto definitivamente, l’idea progettuale caldeggiata dal comitato “No scarico a mare” e redatta dal docente universitario Mario Del Prete, che prevedeva il riuso in agricoltura delle acque depurate e la creazione di pozzi sperdenti in cui far confluire l’acqua che sarebbe risultata eccedente nell’utilizzo a fini irrigui nei periodi di piovosità. Scelta dettata anche dalla necessità di arginare la contaminazione salina della falda acquifera.
Per quel che riguarda, invece, il progetto dei due professionisti indicati dall’Amministrazione, qualche perplessità è legata all’idea di creare delle trincee drenanti nell’area della masseria Marina, in una zona, ovvero, che dista poche decine di metri dalle aree abitate di San Pietro in Bevagna.
E mentre Manduria continua a dimostrare alla Regione di non avere una posizione univoca alternativa allo scarico a mare, secondo alcune indiscrezioni pare che l’Acquedotto Pugliese abbia già chiesto alla Provincia di Taranto l’autorizzazione ad effettuare i lavori nei fondali della costa di località Specchiarica.