Pompeo Stano (Verdi) formula delle proposte per cercare di scongiurare il rischio dello scarico a mare del depuratore
«L’opinione pubblica manduriana sta finalmente prendendo coscienza che la costruzione del depuratore a Specchiarica non è più solo una semplice minaccia o lo spauracchio agitato dai soliti fanatici ambientalisti, ma una prossima realtà con preoccupanti conseguenze ambientali, economiche e sanitari per la comunità manduriana e non solo».
Pompeo Stano, uno dei due portavoce dei Verdi di Manduria, richiama l’attenzione di partiti, associazioni e comitati sul rischio derivante dal recapito a mare dei reflui trattati dal depuratore consortile.
«Al Comune di Manduria è stata accordata un’unica possibile soluzione, che comunque fosse a costo zero per la Regione: fornire un progetto alternativo, che potesse essere accolto all’interno del Piano di Tutela delle Acque» ricorda Stano. «Il Comune avrebbe potuto incaricare uno studio di progettazione, esperto nel settore, affinchè redigesse un progetto definitivo, alternativo, ma coerente con il Piano di Tutela delle Acque. Invece ha consegnato all’assessore Amati una mera ipotesi progettuale, che non si sa se sia stata mai nemmeno letta, ma che comunque non rispondeva affatto alla richiesta di cui sopra. L’Amministrazione attuale, in continuità con la precedente, ha perseverato su questa linea, riproponendo la stessa bozza di soluzione che, da parte sua, la Regione continuava a considerare irricevibile».
Pompeo Stano formula dunque delle proposte.
«Che cosa resta da fare? La nostra percezione è che nell’opinione pubblica prevalgano ora due opposti atteggiamenti, a nostro avviso entrambi fallimentari: o rassegnarsi all’inevitabile o prepararsi all’uso della forza. La nostra convinzione è che spetti invece alla politica interpretare e indirizzare le istanze dei cittadini. Fermo restando che ormai i margini di manovra sono risicatissimi, noi Verdi proponiamo a tutte le forze politiche organizzate, ai movimenti e alle reti civiche, ai comitati e alle associazioni presenti in Manduria di adottare un comune documento politico, da inviare alla Regione Puglia, improntato ai seguenti punti fermi: rigetto in toto del progetto di depuratore appaltato e di ogni possibile modifica dello stesso che ne conservi dimensioni e localizzazione; richiesta di apertura di una nuova fase progettuale che preveda una soluzione che non penalizzi Manduria e le sue marine e che non esponga il suo territorio al rischio di un grave danno ambientale, derivante dalla presenza di decine di chilometri di condotte in pressione».