L’auspicio del movimento “La Puglia in più”
Verso l’individuazione della sede per il canile sanitario?
E’ quanto sostiene, in una nota a firma della coordinatrice cittadina Maria Pasanisi, la sezione di Manduria del movimento “La Puglia in più”. Il movimento da tempo si batte per il rispetto delle disposizioni regionali in materia: la struttura è obbligatoria in tutti i Comuni. Manduria disponeva, sino a un paio di anni fa, del canile sanitario (era ubicato di fronte alla biglietteria dello stadio “Dimitri”), ma si decise di chiuderlo poiché, si sostenne in quella fase, vicino alle zone abitate.
Chiusa (a torto o a ragione) quella struttura, non se ne è più trovata un’altra in cui trasferire il canile sanitario. E ora si assisterebbe ad una retromarcia: si riprende in considerazione l’ipotesi di utilizzare nuovamente quella struttura.
Su questa tematica il movimento “La Puglia in più” ha intrapreso una battaglia e una petizione.
«Il movimento “La Puglia in Più” di Manduria ha presentato, in data 16 giugno, le 1.390 firme raccolte affinchè il Comune si doti nuovamente del canile sanitario» è riportato nella nota di Maria Pasanisi. «Ricordiamo che tale struttura è obbligatoria per tutti i Comuni secondo quanto previsto dalla legge regionale numero 12 del 1995 e nazionale numero 281 del 1991.
In data 29 giugno una delegazione del movimento è stata ricevuta dal sindaco per verificare i passi da compiere, così come concordato nell’incontro pubblico del 9 giugno.
Nel corso del confronto il sindaco Roberto Massafra ha preso l’impegno di verificare le dotazioni minime richieste per ripristinare il vecchio canile sanitario e procedure quindi ai lavori che possano permettere nel giro di poco tempo di attivare la struttura e dare le necessarie cure ai randagi del territorio, comprese le sterilizzazioni, risparmiando le onerose somme che oggi vengono riconosciute ad una clinica privata utilizzata nell’ultimo anno.
La soluzione è l’unica percorribile, tenuto conto che la legge prevede specificatamente che tale servizio venga affidato obbligatoriamente ad una struttura pubblica con prestazioni sanitarie erogate dal servizio veterinario afferente alla ASL.
Ci auguriamo di vedere realizzato il tutto quanto prima e porre rimedio ad una situazione ormai di emergenza sia per gli animali, che per la salute e la sicurezza pubblica».