mercoledì 27 novembre 2024


24/07/2016 07:35:04 - Manduria - Attualità

 “Io continuo ad essere ottimista: il nostro mare non si tocca”

«Quello della dirigente del Ministero dell’Ambiente è un semplice parere, a mio avviso da tempo superato: l’Unione Europea si è già espressa con la legge 97 del 2013, che prevede la possibilità di ravvenamento delle falde con reflui sanificati. Io continuo ad essere ottimista: il nostro mare non si tocca. Anche perché non credo proprio che il governatore Michele Emiliano possa fare retromarcia, avendo assunto un impegno preciso, ribadito poi in più circostanze».

Mario Del Prete, docente universitario che ha sposato, sin dall’inizio, la battaglia contro lo scarico in mare dei reflui del depuratore consortile, non si lascia contagiare dall’allarmismo circolato in città dopo la diffusione della risposta della dirigente del Ministero dell’Ambiente.

«La condotta non si farà» è la convinzione del prof. Mario Del Prete. «Quel documento è frutto di una serie d’incontri riservati fra dirigenti di Acquedotto Pugliese e rappresentanti della Regione Puglia con i funzionari del Ministero, senza purtroppo alcun confronto con le comunità locali.

Naturalmente, non essendo stata effettuata la più volte evocata variazione del Piano regionale di Tutela delle Acque, in base all’art. 8 del decreto ministeriale 185 e all’art. 104, comma 4bis, del decreto legislativo 152 del 2006, è stata al momento messa in dubbio la possibilità di scarico al suolo, mentre è concesso l’uso dei reflui per l’irrigazione. Come se quest’ultima non fosse una forma di scarico indiretto in falda..».

Del Prete, pertanto, rilancia la propria convinzione.

«In quel documento si ritrovano le vecchie posizioni di AQP e di alcuni dirigenti regionali. Ci sarebbero tante osservazioni da fare su come è stata portata avanti questa vicenda. L’Europa si è già espressa con una precisa legge che prevede la possibilità di ravvenamento delle falde a condizione che l’impiego della fonte non comprometta la realizzazione degli obiettivi ambientali fissati per il corpo idrico oggetto di ravvenamento.

Quale più adatta situazione per migliorare con reflui dolci e sanificati la situazione della nostra falda costiera salmastra e inquinata? In tutto il mondo vengono utilizzati i reflui persino a scopo potabile, mentre in Italia si cerca il pelo nell’uovo per accontentare non si sa chi.

Sia ben chiaro: se si dovesse tornare all’assurda idea di scaricare in mare, le perdite della nostra comunità sarebbero irreparabili! Pertanto, o si trovano i modi più convenienti (già suggeriti) di scarico al suolo o si cambia il sito».











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