sabato 30 novembre 2024


31/07/2016 07:59:28 - Manduria - Cultura

 Il libretto potrebbe trovarsi presso l’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, a Roma

    Trovandomi a consultare, un po’ per svago, un po’ per passione, l’Indice dei libri proibiti (Index librorum prohibitorum), ho avuto la fortuna di imbattermi in una notizia che, se fosse confermata da successive verifiche, potrebbe essere di fondamentale importanza per gli studiosi di storia patria e, soprattutto, per i ricercatori di documenti sulla pratica del digiuno dell’Immacolata, nata a Casalnuovo-Manduria nel secolo XVII.  (1)  

    L’informazione, che ho rinvenuto inizialmente, è contenuta a pag. 111 di un’edizione dell’Indice stampata a Roma nel 1758, sotto il pontificato di Benedetto XIV (Papa Prospero Lambertini), nella tipografia delle Camera Apostolica. Essa ha ad oggetto la trascrizione di autore e titolo di uno dei tanti testi (più di cinquemila) che furono proibiti dalla Congregazione dell’Indice e da altre autorità ecclesiastiche in circa quattro secoli di attività (dal 1558 fino al 1966, anno di abolizione dell’Index).

   La citazione trovata è la seguente: Ferrara Buonaventura. Gratie concesse da Maria N. Signora immacolata a molti divoti del digiuno perpetuo in pane & acqua in honore della sua purissima Concettione .” Segue l’indicazione del provvedimento interdittivo, emesso dalla congregazione romana, che é il “Decr. 9. febr. 1683”.  (2)

     La notizia, non appena letta, è subito balzata alla mia attenzione per i suoi contenuti inerenti all’autore del libro (che richiama alla mente il nome di una persona realmente vissuta nella Casalnuovo-Manduria del ‘600, appartenuta all’illustre casata dei Ferrara), per l’oggetto trattato (il digiuno perpetuo a pane e acqua, in onore dell’Immacolata) e, infine, per la data della proibizione (l’anno 1683).

    Presto mi sono ricordato del Libro Magno del Digiuno, custodito dall’Arciconfraternita mandurina, e del famoso, introvabile “libretto” citato a pagina 23v del manoscritto, nell’annotazione: "Nota di città, Terre e Casali venuti per essere aggregati a questa Santa Divotione dopo essersi ristampato il libretto nell’anno 1680". (3).

    A tal proposito Michele Greco, nel suo conosciutissimo studio che ha aperto la strada a tutte le ricerche successive sul digiuno dell’Immacolata, scriveva: “Quasi contemporaneamente all’inizio di questo libro impiantato dal Durante [n.d.a. il Libro Magno del Digiuno] furono dati alle stampe (dove? A Lecce o a Napoli) notizie sull’istituzione del Digiuno ed elenchi di iscritti, come risulta da questi accenni del manoscritto: a p. 17 <<Terre notate dopo stampato il libretto>> e a p.43 <<Nota di terre e Casali venuti a essere aggregati a questa Santa Divotione dopo essersi ristampato il libretto nell’anno 1680>> .". (4).

    Quindi, per favorire la diffusione del digiuno mandurino e il culto dell’Immacolata Concezione furono stampati dei libretti contenenti, presumibilmente, notizie sulle origini della pratica devozionale, raccomandazioni, preghiere, indulgenze e la descrizione delle grazie concesse dalla Vergine ai suoi devoti.

    Si sarebbe trattato di un tipo di pubblicazione molto utilizzato nel XVII secolo, quando ordini religiosi, enti o associazioni ecclesiastiche intendevano raccomandare ai fedeli una particolare forma di devozione o una pratica di culto. 

    Degli stessi libretti parla anche il manoscritto dal titolo “Breve Racconto”, attualmente conservato nell’Archivio diocesano di Oria (AVO) e già parzialmente trascritto da Leonardo Tarentini nella sua nota opera Manduria Sacra. Del manoscritto, in tempi più recenti, si è occupato Michelino Fistetto che ne ha pubblicato la versione integrale, aggiungendo alcune parti che furono tralasciate da Tarentini (5).

  In una di esse è contenuta la seguente, importantissima segnalazione: “…uscirono certi libretti, che rapportavano e raccontavano i successi, quali Libretti, non so per qual causa furono poi proibiti;  dicesi però, che sia ciò successo, per opra di alcuni Frati, l’ordine de’ quali non lice qui trascriverlo….”. (6)

   In quest’ultima affermazione, riguardante i promotori dell’interdizione del libretto, vari autori hanno voluto intravedere un implicito riferimento all’Ordine Domenicano che, nella disputa teologica sul tema dell’Immacolato concepimento di Maria, aveva sostenuto la tesi negazionista ed era stato fermamente “macolista”.

   L’ordine, come noto, era presente a Casalnuovo-Manduria nel locale convento della Madonna del Rosario e, probabilmente, si sarebbe attivato per vietare la circolazione delle pubblicazioni relative al digiuno.

  Gli stessi autori ritengono che la proibizione sia avvenuta dopo il 1680 e abbia riguardato la ristampa dei libretti, dei quali, comunque, non si è più rinvenuta alcun’altra notizia.

   Ma a questo punto, alla luce dei dati indicati in apertura, la probabilità che il libretto, colpito con decreto 9 Febbraio 1683 (ossia, circa tre anni dopo la ristampa di cui dà notizia il Libro Magno del Digiuno) dalla interdizione della Congregazione dell’Indice e i cui estremi sono riportati nella già citata nota dell’Indice dei libri proibiti, sia proprio quello che si cerca affannosamente, sin dai tempi di Michele Greco, risulta molto elevata.

   La mia affermazione é avvalorata, oltre che dalla data e dall’argomento trattato nel libro proibito (il digiuno a pane e acqua in onore dell’Immacolata), anche dal fatto che proprio nel periodo di tempo in cui il libretto fu vietato, è vissuto a Casalnuovo-Manduria un personaggio che risponde allo stesso nome di Bonaventura (o Buonaventura) Ferrara portato dall’autore della pubblicazione messa all’indice.

  Per giunta, il nome del personaggio mandurino compare nello stesso Libro Magno del Digiuno, a pag. 623, in una curiosa nota bio-anagrafica, che è stata redatta dal medesimo, nella quale egli fornisce dettagliate notizie su di sé e sui propri familiari.

  Pare che tale Bonaventura Ferrara che, nella nota menzionata, riferisce di esser nato il 14 Luglio 1641, sia stato pure Priore dell’Arciconfraternita dell’Immacolata.

  Ulteriori mie ricerche, condotte dopo il rinvenimento della notizia iniziale, mi hanno poi consentito di trovare la copia del decreto 9 Febbraio 1683 della Congregazione dell’Indice, che proibì la circolazione del libro di Buonaventura Ferrara. Più precisamente nel decreto, qui riprodotto in copia, è citato soltanto il titolo dell’opera, ma non il nome dell’autore che, al contrario, compare nell’Indice dei libri proibiti (7).

   Infine, ho reperito preziose notizie sul luogo in cui un esemplare del libro dovrebbe  oggi trovarsi.

   Ho rinvenuto quest’ultima informazione nella monumentale raccolta di Jesús Martínez de Bujanda e ‎Marcella Richter, dal titolo Index des livres interdits: Index librorum prohibitorum 1600-1966: pubblicata dall’Università di Sherbrooke, in Canada nel 2002 (8).

   Nell’opera, a pag. 342 è riportata la citazione del libretto in questione (la cui consistenza sarebbe di 80 pagine) ed il luogo in cui esso è conservato, ossia l’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, a Roma.   

  L’indicazione, per la precisione, è la seguente: “ACDF. S.O., St.St., H 2 I” nella quale la sigla ACDF sta, appunto, per Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede (l’ex Sant’Uffizio) e le altre dovrebbero riferirsi alla posizione del testo nell’archivio.

  Per quanto riguarda le possibili ragioni dell’interdizione, comminata al supposto libretto mandurino, sembrano calzanti le considerazioni che, in via generale, gli autori svolgono nella premessa: “Avant 1854 (n.d.a., anno di ufficiale proclamazione del dogma dell’Immacolata da parte di Papa Pio IX), il est interdit de publier sur l’Immaculée Conception et surtout de taxer d’hérésie l’une ou l’autre des opinions  qu’on pouvait alors librement souvenir.” (traduco: Prima del 1854, era vietato pubblicare sull’Immacolata Concezione e soprattutto tacciare di eresia l’una o l’altra delle opinioni che si potevano allora liberamente sostenere.).

   L’interdizione del libretto in questione, pertanto, potrebbe essere stata motivata proprio da queste ragioni.

  Una notazione, in parte discordante con quanto fin qui ho detto, è che “FERRARA, Buonaventura (XVIIe s.)” viene qualificato “Ita. Capucin. Prédicateur.”. Sembrerebbe quindi, sempre che il dato sia affidabile, che egli fosse un religioso, predicatore, appartenuto all’Ordine dei Frati minori cappuccini e non di un laico, come il Bonaventura Ferrara che compare nel nostro Libro Magno.

  Potrebbe, però, trattarsi di un errore del compilatore dell’indice utilizzato, come fonte, da questi ultimi autori, i quali avvertono “La fiabilité de ces reinsegnements dépend de l’exactitude des sources utilisées: dictionnaires, monographies, catalogues, registres d’archives, etc.” (L’affidabilità di queste indicazioni dipende dall’esattezza delle fonti utilizzate: dizionari, monografie, cataloghi, registri d’archivio, ecc.).

  Il titolo del libretto è stato trascritto in forma più estesa, così come segue:

Gratie concesse da Maria Nostra Signora immacolata a molti divoti del digiuno perpetuo in pane et acqua in honore della sua purissima Concettione col modo di fare questo digiuno perpetuo e indulgenze concesse dalla Santità di Clemente X… A instanza del p. Bonaventura da Bagnaia…”. 

  Quindi, nella raccolta di de Bujanda, il titolo del libretto contiene anche l’indicazione delle indulgenze concesse da Papa Clemente X.

  Presumibilmente, e ciò confermerebbe ulteriormente il fatto che il testo proibito riguardi proprio Manduria, si dovrebbe trattare del Breve delle indulgenze che il romano pontefice aveva concesso all’Arciconfraternita mandurina il 10 Luglio 1676, sette annni prima che il libretto fosse colpito dall’interdetto.

   Inoltre, figura anche la dicitura “a instanza” con il nome di un altro religioso (di quale ordine?), tale “p. Bonaventura da Bagnaia”. Essa resta tutta da  verificare per comprendere se indichi il soggetto ad iniziativa del quale il libro è stato pubblicato, oppure vietato.

   Pertanto, saranno necessarie verifiche più accurate, prima di poter dire se il libretto proibito dalla Congregazione dell’indice, sia proprio quello che gli studiosi del digiuno casalnovetano stanno cercando da così lungo tempo.

  In ogni caso, per dirimere ogni dubbio ed eliminare il rischio che si stia seguendo un falsa pista, sarà molto importante l’acquisizione, presso l’archivio della congregazione romana, di una copia di questo libretto. Cosa che, se mi sarà possibile, mi riprometto di fare.

  Michele Greco, nel suo celebre studio sopra ricordato, così chiudeva la parte del suo discorso riguardante l’argomento:

  “Potrebbesi aver la fortuna di rintracciare qualche copia di questi introvabili libretti nei vecchi fondi di qualche Biblioteca o di qualche Archivio?

  Speriamolo e auguriamocelo.".

  Purtroppo, le ricerche finora eseguite non hanno dato risultati positivi.

  Incrociamo le dita e, speriamo, che sia la volta buona!

 

 Giuseppe Pio Capogrosso

 

 

(1) L'Indice dei libri proibiti (in latino Index librorum prohibitorum) fu un elenco di pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica, creato nel 1558 da Paolo IV. Ebbe diverse versioni e fu soppresso dalla Congregazione per la dottrina della fede il 14 giugno del 1966. Dal 1571 al 1917 il compito della compilazione del catalogo dei libri proibiti fu di competenza dellaCongregazione dell'Indice. Fonte: Wikipedia.

(2)  Index librorum prohibitorum, edizione stampata a Roma nel 1758, pontificato di Benedetto XIV, ex tipografia della Camera Apostolica, pag. 111.

(3) Libro Magno del Digiuno, manoscritto, Arciconfraternita dell’Immacolata di Manduria.

(4) Michele Greco, La carta di Casalnuovo, Notizie su di uno specialissimo digiuno obbligatorio e sul culto dell’Immacolata a Manduria, La Tipografica Manduriana, Manduria, 1960.

(5) Leonardo Tarentini, Manduria Sacra,  ed. B.D’Errico, Manduria, 1899 .

(6) Michelino Fistetto, Se Concetta ho Maria… » ed. Barbieri, Manduria, , pag. 1997

(7) Congregazione dell'Indice title: Decretum sacrae Congregationis eminentissimorum, & reuerendissimorum dominorum S.R.E. cardinalium sanctiss. D.N. Innocentio papa 11. Sanctaque Sede Apostolica ad Indicem Librorum, eorundemque permissionem prohibitionem, & impressionem in vniuersa republica christiana specialiter dep tatorum,vbique publicandum.. Biblioteca Casanatense – Roma, www.internetculturale.it .

(8) Index des livres interdits: Index librorum prohibitorum 1600-1966 Di Jesús Martínez de Bujanda,Marcella Richter,Université de Sherbrooke. Centre d'études de la Renaissance, Médiaspaul Montréal, Librairie Droz Genève - 2002

(13) Le immagini riproducono, rispettivamente,  le pagine dell’Index  ed.1758 e il decreto 9 Febbraio 1683 della Congregazione dell’Indice.











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