«Ho colto negli occhi di quella gente il terrore e il dolore, la stessa disperazione e lo stesso panico che io ho già vissuto 7 anni fa a L’Aquila»
In Gregory Duggento, già campione di pattinaggio a rotelle (nella sua carriera ha conquistato 12 titoli mondiali assoluti e 2 juniores) e ora titolare di un’azienda che produce pattini e altri articoli legati a questo sport, le immagini di distruzione e morte del terremoto che ha sconvolto il centro dell’Italia, hanno riportato alla sua memoria un altro dramma: quello de L’Aquila, città in cui lui 7 anni fa si trovava insieme all’attuale moglie nella notte dell’altro devastante sisma.
«Da quando ho vissuto quella terribile esperienza a L’Aquila, ho scaricato, nel mio telefonino, un’applicazione che mi segnala, in tempo reale, i terremoti che si verificano nel mondo» ci racconta Duggento, che negli ultimi 4 anni è stato il c.t. della nazionale di pattinaggio del Messico. «L’altro ieri mattina è giunta questa brutta notifica: dal grado del sisma che l’applicazione indicava, ho subito compreso l’entità della scossa e i suoi devastanti effetti».
Un dramma che Duggento ha già vissuto.
«Anche se dopo la prima scossa de L’Aquila, quella più leggera, io e mia moglie avevamo preso tutte le precauzioni del caso, evitando di inserire gli scatti alla serratura alla porta di casa e predisponendo un piano per scappare e per ritrovarci in un preciso luogo della città, quando arriva il boato della scossa più forte non riesci più a essere lucido: la paura di paralizza il cervello, puoi solo piangere e urlare, cercando, con la forza dell’istinto, di metterti in salvo.
Le immagini che ho visto in queste ore in tv sono le stesse che colsero i miei occhi 7 anni fa a L’Aquila: distruzione, morte, disperazione. Momenti bruttissimi, il peggior augurio che si potrebbe fare ad un nemico. Immagini che ti accompagneranno per sempre nella vita».
Devastazioni che, periodicamente, tornano a sconvolgere parti dell’Italia.
«Per me nessuno è al sicuro, neppure la Puglia, il cui territorio non dovrebbe essere a rischio sismico» è la convinzione di Gregory Duggento. «Anche l’Emilia Romagna non lo era, invece sappiamo tutti cosa è accaduto qualche anno fa. Cosa bisognerebbe fare? Per me ci sono due strade da percorrere: potenziare in ogni città la presenza delle forze di protezione civile e, soprattutto, investire delle risorse per rendere antisismiche le abitazioni. Lo Stato spende ugualmente ingentissime risorse solo quando il terremoto ha già distrutto tutto e i soldi servono per la macchina dei soccorsi e per la ricostruzione: perché non impiegarle preventivamente, salvando tante vite umane?».