mercoledì 27 novembre 2024


27/09/2016 18:15:52 - Manduria - Attualità

«Non si è mai montato la testa, nonostante il suo prestigioso palmares. Era di poche parole. Per me è stato come un fratello»

Vincenzo Quero ha voluto onorare la memoria di Domenico Chiloiro, Mimino per tutti gli amici, organizzando nella piazza centrale di Manduria una riunione pugilistica. Un’occasione per riabbracciare la famiglia del campione europeo dei superpiuma e per scavare nei ricordi.
«Da quando è ritornato a Manduria, a causa della malattia, l’ho visto poche volte» ha raccontato, a bordo ring, Vincenzo Quero. «Non ho mai accettato di vederlo ammalato..».
Tanti gli aneddoti di una vita vissuta a lunga accanto a Mimino.
«Ricordo la stima reciproca che ci univa» ci ha confidato Quero. «Durante un suo combattimento, io ero all’angolo, per guidarlo. Ma si avvicinò la guardia del corpo del procuratore Branchini, che iniziò a interferire nel mio lavoro. Contrariato per ciò che stava accadendo, stavo allontanandomi dal ring quando, fra una ripresa e l’altra, Chiloiro mi chiamò a gran voce, chiedendomi di ritornare all’angolo. Giustificai quella mia scelta di cambiare posizione con l’obiettivo di poterlo sostenere più ad alta voce e lo invitai a continuare ad ascoltare i miei consigli. Mi fece un cenno di assenso con la testa e ritornò a combattere.
In un’altra occasione, Chiloiro avrebbe dovuto combattere, a Milano, il 26 dicembre, giorno del suo compleanno. Partimmo da Taranto in treno e, la sera di Natale, la sua cena era una bistecca. Decisi, allora, di dimenticare il giorno festivo e chiesi anche io al cameriere una bistecca».
Scolpito nella sua mente è chiaramente il ricordo di una serata epica: la conquista del titolo europeo del 16 agosto del 1972 a Lignano Sabbiadoro.
«Tommaso Galli, il detentore, accettò una difesa volontaria del titolo in quanto lo sfidante ufficiale era incappato in un problema fisico. Chiloiro non si fece sfuggire l’occasione della sua vita. Galli aveva probabilmente sottovalutato l’avversario, mentre Mimino salì sul ring con una grande determinazione: voleva indossare la cintura di campione europeo. Fu autore di 15 riprese memorabili e, alla fine, fu premiato dai giudici».
Nonostante da anni Chiloiro avesse lasciato la palestra di via Emilia, l’associazione ha sempre conservato anche il nome di Chiloiro.
«L’ho fatto per l’affetto che mi ha sempre legato a Mimino» le parole di Quero, che, prima del via dei match della serata (condizionata, purtroppo, dal maltempo), ha donato ai figli di Mimino un quadro con l’immagine del grande pugile, tarantino di nascita e manduriano d’adozione, apprezzato, nella sua lunga carriera, sui ring di tutto il mondo.











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